La psicologa e psicoterapeuta Valentina Di Mauro

Ne abbiamo parlato con la psicologa e psicoterapeuta Valentina Di Mauro. Lati positivi e negativi del maggior uso di internet, tv e radio, rapporti in famiglia
di Valentina Milite
La psicologa e psicoterapeuta Valentina Di Mauro#Coronavirus, Paese fermo da due settimane. E il problema non è solo economico. A risentirne anche i rapporti sociali, con risvolti psicologici che in questo contesto e momento storico così particolare, si potrebbero avere sulla salute mentale delle persone.

Per fare chiarezza su questi aspetti abbiamo chiesto alla dottoressa Valentina Di Mauro, psicologa, di rispondere per noi a qualche domanda.
– Gli italiani stanno affrontando oggi una situazione davvero difficile. Quali sono i possibili risvolti sulla psiche dovuti all’affrontare una situazione di crisi di questo tipo, sia per chi sta in prima linea che per i cittadini? Come gestire l’ansia e lo stress? Come conservare l’equilibrio e la positività?
«In questi giorni si sta parlando tanto di “Disturbo da Stress Post Traumatico”, conosciuto anche con il suo acronimo PTSD. È un nome che racchiude i malesseri e le sofferenze psicologiche dovute a un evento traumatico, catastrofico o violento. Un po’ di tempo fa l’ho descritto proprio per “Il Risorgimento Nocerino”. Il link è: https://www.risorgimentonocerino.it/scienze-medicina/5913-sos-psicologo-valentina-di-mauro-risponde-alle-domande-dei-lettori.html
È facile immaginare che il personale sanitario che sta combattendo questa battaglia in prima fila purtroppo potrà incorrere in questo tipo di disturbo. Cosa importante da dire è che nessuno di noi poteva immaginare che sarebbe successa una cosa del genere. È tipico della nostra mente cercare di “dissociarsi”. Quando vedevamo le immagini della Cina, abbiamo pensato che a noi non sarebbe successo e abbiamo sminuito. È una difesa, è normale. Uguale quando al Nord iniziavano i primi casi. Non è facile comprendere il significato di pandemia e tutt’ora capita di fermarci e chiederci: “Ma davvero sta succedendo?”. L’ansia, che è l’emozione legata alla percezione di pericolo, è presente nelle nostre giornate. Il punto è che sto sentendo sempre più persone bloccate dall’ansia. Cosa fare? Sicuramente è utile avere qualche pensiero positivo, ovvero, iniziare ad avere fiducia in chi sta provando a gestire questa emergenza e pensare che tutto ciò che inizia, prima o poi, finisce».
– I media purtroppo non aiutano in questo momento. Oltre agli aggiornamenti sull’epidemia a qualsiasi ora, anche di sera il palinsesto tv offre titoli di film poco rassicuranti e finalizzati allo svago. Come possiamo autotutelarci dal flusso di notizie da cui veniamo bombardati e che noi stessi ricerchiamo in modo quasi ossessivo?Valentina Di Mauro
«I media, ovviamente, cavalcano l’onda. Canali che non trasmettono approfondimenti sul CoronaVirus non fanno gli stessi spettatori di quelli che invece lo fanno. Sicuramente darsi una regola, ovvero, ad esempio, seguire solo 3 telegiornali al giorno, può esserci utile. Se lasciamo accesa la tv, anche mentre ci occupiamo di altro, il nostro sottofondo sarà “IL CORONAVIRUS”, per cui comunque ci troveremo in una situazione di tensione psicologica e fisica».
– È giusto e doveroso rispettare le misure imposte e la quarantena. Ci sono però situazioni particolari come disabili, autistici che potrebbero aggravarsi per l’isolamento, depressi, situazioni di violenza familiare ed altro. Quali consigli sente di poter dare alle persone che in questo momento si trovano a vivere queste situazioni particolari nelle proprie case?
«Proprio oggi ho sentito telefonicamente una persona con un grave disturbo di personalità che non riusciva più a stare tranquilla in casa. Io premo comunque sul fatto che è “momentaneo” e “necessario”. E i miei pazienti sembrano pian piano adattarsi a questa condizione. Allo stesso modo di come sto facendo io. Sto effettuando psicoterapie su Skype. All’inizio ero scettica anch’io, ma mi ci sono abituata. Mi manca il contatto con il paziente, la possibilità di un abbraccio, ma sono una Darwiniana e sono convinta che l’adattamento è l’unica soluzione».
– Internet, le piattaforme digitali ed i social, mai come in questa occasione, stanno dimostrando a pieno la loro utilità, consentendo di comunicare a parenti, fidanzati ed amici distanti o di studiare e lavorare da casa, in smart working a tanti italiani. Stanno però mostrando anche un lato negativo della socialità digitale, divenendo una piazza virtuale spaventata ed aggressiva pronta ad assumere autonomamente il ruolo di pubblica sicurezza e giudice di situazioni che non conosce. Come possiamo sviluppare e conservare l’empatia in situazioni così, senza farci sopraffare dalla paura dell’altro?valentina di mauro«Anche a proposito di questo avevo scritto qualche settimana fa. Un contagiato non avrebbe voluto esserlo e soprattutto non avrebbe voluto contagiare nessuno. Purtroppo, so che c’è la caccia all’untore e le persone chiedono sempre più spesso i nomi di coloro che sono risultati positivi, ma ciò è dovuto a una sorta di meccanismo di difesa per il quale si crede che “ci si possa salvare” dalla paura. Io però sono fiduciosa, credo che questa condizione forzata che stiamo vivendo ci aiuterà a dare una importanza diversa alle cose e alle persone. Io ho sempre lavorato, dedicando poco spazio a me. Domenica 8 marzo avrei potuto andare a salutare la mia famiglia, ma non l’ho fatto. Ero troppo stanca. Venivo da una settimana piena di appuntamenti e scendere di casa mi costava “fatica”. Avevo rimandato al giorno dopo. Credo di aver imparato una grande lezione. Non so se alla fine di tutto questo sarà ancora così. Il giorno dopo sono partite le restrizioni e ciò mi ha dato modo di pensare. Non è un rimpianto, è una consapevolezza diversa».
– Per molte persone che vivono sole, soprattutto anziane, e che non hanno molta dimestichezza con i nuovi mezzi di comunicazione, c’è il rischio di un ulteriore isolamento sociale e sviluppo di stati di ansia o depressivi? C’è un modo di sostenerle?
«Le persone anziane sono sempre state un tesoro per la nostra civiltà. L’Ordine degli Psicologi ha attivato dei numeri di telefono per stare più vicino a chi ha necessità di supporto. Anche in questo caso, purtroppo, questo sembra essere l’unico tipo di intervento possibile».

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