Filippo Nigro con un gruppo di fan

Rosalba Normando, delegata dell’Ateneo all’iniziativa, ai ragazzi: «Siete nel primo Ateneo d’Italia che ha introdotto la politica del merito, con il rimborso integrale delle tasse per gli studenti in regola con gli esami»
Filippo Nigro con un gruppo di fanTocca all’attore Filippo Nigro, dopo il successo ottenuto ieri dall’astronauta Umberto Guidoni il palcoscenico della quinta giornata di UnisaOrienta2020.

«Nei tempi in cui frequentavo io – ha detto l’attore impegnato nelle riprese della terza serie di Suburra – l’università c’era un fuggi-fuggi dal Sud Italia. A Roma venivano migliaia di ragazzi dalla Campania, dalla Calabria, dalla Sicilia. Ora non è più così. Anzi, sono un po’ invidioso nel vedere qui, all’Università di Salerno, un bellissimo campus americano. Magari fosse stato così l’Ateneo in cui ho studiato io…». Filippo Nigro ha ricevuto un’autentica standing ovation dalle future matricole presenti in Aula Magna, concedendosi alle loro domande. «Non abbiate paura – ha detto Filippo Nigro ai ragazzi – Se dovete provare a fare qualcosa, fatela sino in fondo, con determinazione, con convinzione, con coraggio, senza seguire i monologhi interiori che rimbombano nella vostra testa. Guardate fuori, non restate chiusi né bloccati: fate le vostre scelte, saranno quelle giuste. “Roll the dice”, diceva Bukowski. Sì, “buttate i dati”. La cultura è davvero il lavoro della vostra vita».unisa orienta 2020 Filippo Nigro primo piano
Nigro ha poi raccontato il suo percorso: «Fare l’attore fu un’idea quasi inconsapevole. Andai con il mio motorino al Centro Sperimentale, feci domanda e cominciai pian piano a superare tutte le selezioni. Mentre lo facevo, con coraggio e forse un po’ d’incoscienza, non sapevo ancora se quella era la mia vera strada. Studiavo Storia Medievale quando entrai al Centro Sperimentale. Tutti mi sconsigliarono di fare l’attore, che è il lavoro precario per eccellenza, capace di portare ansia e preoccupazione anche ai più grandi, perché è un continuo viaggio avventuroso che può esser fatto d’interruzioni e ripartenze. Mi è andata bene, ora mi sento fortunato perché vivo del lavoro che mi piace. Certo, serve sempre un po’ di fortuna, però quella devi trovarla, devi inseguirla. Mi dava fastidio sentir dire cosa pensare e come pensare, dunque mi fermerò qui con i consigli. Siete in un’Università non solo prestigiosa ma incredibilmente bella, dunque se siete qui vuol dire che avete già un vostro pensiero».

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