Contando le ore che precedono la sfida con il Liverpool si continua a parlare di argomenti ora inappropriati come multe, ingaggi, boicottaggi, figli di allenatori
di Enrico D’Agosto
Peccato, peccato che alla vigilia di una partita come Liverpool-Napoli non si parli di calcio ma di pettegolezzi. Eppure non è facile avere il piacere e l’onore di giocare contro una delle squadre più blasonate d’Europa.
Ma a Napoli oggi si parla delle multe, delle reazioni dei calciatori, del figlio di Ancelotti che fa l’allenatore al posto del padre, di Callejon che sta boicottando la squadra perché Lozano ha un ingaggio superiore al suo, di Ancelotti che non ne ha azzeccata una dall’inizio del campionato… Insomma è come se fosse già iniziato il processo ad un ciclo di cui Aurelio De Laurentis è stato l’artefice, ma a quanto pare pure il carnefice. Difatti, a mio modo di vedere, aldilà degli indiscussi meriti per aver portato il Napoli ad alti livelli, ha sbagliato il tipo di comunicazione sia con l’allenatore, sia con i calciatori, sia con la stampa, sia con i tifosi. Secondo me questi ultimi si sono sentiti presi in giro da un presidente che predicava bene ma razzolava male. Si sono sentiti presi in giro perché ogni volta che bastava un piccolo sforzo, mancava sempre un pizzico di sale così che la minestra andava a male. Ha sbagliato a sbandierare ai quattro venti che voleva giocare per vincere lo scudetto: al massimo doveva dire che avrebbe tentato di vincere lo scudetto, perché soprattutto la società ma anche la squadra non erano attrezzate a ciò. Ancelotti è stato involontario complice di queste manifestazioni di megalomania, ma per quanto riguarda la parte tecnica si deve assumere tutte le responsabilità soprattutto per le scelte dei calciatori tra cui Lozano, che a quale tipo di modulo fosse propedeutico ancora non si è capito.
Ecco il perché della risposta negativa dei tifosi per quanto riguarda gli abbonamenti, nonostante una riduzione dei prezzi e molteplici incentivi per l’acquisto delle tessere. Ha sbagliato Aurelio De Laurentis ad esporsi troppo; ha sbagliato a non avere, come compete alle grandi società, un abile addetto stampa capace di dialogare con la stampa nazionale e soprattutto quella locale, e un direttore sportivo competente ma anche capace di avere un potere contrattuale con i calciatori. Come nelle grandi società il presidente deve comparire quanto meno possibile, altrimenti scredita i suoi collaboratori e il relativo lavoro.
È stato bravo ADL, questo lo diremo sempre, a portare il Napoli in alto, ma a meno di miracoli, quando cadrà il destino sembra segnato, si faranno male tutti. Perché il difficile non è arrivare in alto ma saperci restare. Ora tutti a “pregare” aspettando un miracolo da Liverpool.