Lo storico dell’arte sarà accompagnato dal sindaco Michele Vignola, dal primicerio monsignor Mario Pierro e dal critico professor Carmine Tavarone. L’inizio dell’evento alle 19:30 nel prezioso edificio

Giovedì 27 giugno, alle 19:30, presso la Collegiata di San Michele Arcangelo di Solofra, sarà presentata la “Guida alla Collegiata” del dottor Antonio Braca, storico dell’arte e già funzionario Beap.

Sono previsti gli interventi di monsignor Mario Pierro, primicerio della Collegiata, di Michele Vignola, sindaco di Solofra, del professor Carmine Tavarone, critico d’arte. Seguirà un concerto dell’orchestra da camera Irpina, diretta dal maestro Luigi Gagliardi.
«In tutti questi anni in cui, da funzionario della Soprintendenza, ho avuto modo di curare la tutela dei beni culturali del territorio di Solofra – ci dice il dottor Antonio Braca – mi sono reso conto che la collegiata mancava di una guida ad uso dei visitatori. Altri in precedenza si sono interessati di aspetti specifici, ma una guida al patrimonio artistico non esisteva. Quando don Mario, il primicerio, me lo ha chiesto non ho avuto esitazioni ad accettare l’invito. Una guida non è solo la composizione di testi quanto della loro combinazione con buone immagini che restituiscano il valore delle opere conservate. E la collegiata sotto questo punto di vista ha molto da mostrare. Essa è il monumento religioso adottato dalla cittadinanza solofrana fin dalla sua fondazione negli anni Venti del Cinquecento. collegiata solofra2Basta girare al suo interno per constatare la molteplicità di figure del sole, simbolo della città, per rendersi conto della simbiosi che lega Solofra alla collegiata. Nel 1738, e poi nel 1779, addirittura fecero stilare da un notaio l’elenco di tutte le opere d’arte che contenevano il simbolo del sole a memoria del contributo della cittadinanza. Di soldi l’edificio, nel corso dei secoli, ne ha richiesti tanti, ma i solofrani sono riusciti sempre a trovarli. Di ingiurie nel tempo ne ha subite tante, dai numerosi terremoti agli incendi, almeno due di gravi proporzioni nel 1626 e nel 1888 che ne hanno distrutto l’archivio. L’ultimo terremoto, il terribile sisma del 23 novembre 1980, aveva spezzato la sua vita. Con un paziente lavoro di restauro, questa volta pagato dallo stato italiano con la collaborazione della comunità, è stato di nuovo rimesso in piedi e restituito al culto e all’ammirazione di studiosi e visitatori».

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