Il giovane attore napoletano, sul palco del Diana venerdì insieme a Nunzia Schiano, parla della sua formazione teatrale e della commedia che porterà in scena
di Fabrizio Manfredonia
Manca pochissimo al terzo spettacolo della rassegna “L’Essere e l’Umano” a cura di Artenauta teatro, sotto la direzione artistica di Simona Tortora e l’organizzazione di Giuseppe Citarella.
Per prepararsi allo spettacolo abbiamo intervistato Biagio Musella, protagonista e coautore insieme a Roberto Russo di “Ranavuottoli” con la regia di Lello Serao in scena il prossimo 12 aprile al teatro Diana di Nocera Inferiore per poi proseguire la tournée al teatro Bellini di Napoli.
– Ci parli della tua formazione artistica?
«Si tratta di una formazione varia: ho frequentato il laboratorio “i Dieci Mondi” diretto da Nando Paone e Cetty Sommella ma anche corsi tenuti da Michele Monetta, Mimmo Borrelli, Enzo Moscato, Pierpaolo Sepe, Davide Iodice e tanti altri. Credo che l’attore debba sempre aggiornarsi anche cambiando i maestri per crescere. Poi la vera palestra è il palcoscenico: bisogna sbagliare per fare cose buone».
– Come nasce “Ranavuottoli”, rivisitazione della celeberrima fiaba di Cenerentola che sposta l’attenzione sulle sorellastre della protagonista, Anastasia e Genoveffa?
«“Ranavuottoli” nasce da una mia idea e da una mia esigenza profonda, ovvero parlare della diversità attraverso un punto di vista che cambia il giudizio sui due personaggi. Nasce quattro anni fa, una notte mi sono accorto che a causa di alcune situazioni personali mi stavo imbruttendo, incattivendo e allora mi sono chiesto “come mai?” Ho provato ad indagare la bruttezza e la cattiveria che non sono mai assolute ma figlie delle esperienze personali».
– Quali sono i temi principali della piece?
«L’incomunicabilità ma anche l’emarginazione: Anastasia e Genoveffa non comunicano più, la prima persa nei sogni, la seconda chiusa nella solitudine. Le due sorelle si odiano ma allo stesso tempo sanno di poter contare solo l’una sull’altra. Il tutto è trattato con grande umorismo, il testo è scritto in napoletano, talvolta aspro, per sottolineare la “bruttura” delle due donne».
– Com’è stato recitare con Nunzia Schiano? (Attrice nota in particolare per il suo ruolo in Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord di Luca Miniero)
«Recitare con Nunzia è stato facile come lo è sempre quando si ha a che fare con grandi attori. È una compagna di scena leale».– Secondo te, come se la cava il teatro nel 2019, al tempo dello streaming, di Netflix, delle serie tv e del binge watching?
«Il teatro non soffre il confronto, fa storia a sé. Ha la potenza di creare il rapporto con lo spettatore anche magari rompendo la quarta parete. Non condanno le serie tv, io stesso ho partecipato a Gomorra. Si tratta di linguaggi diversi».
– Artenauta teatro con la direzione artistica di Simona Tortora, organizzatrice della rassegna che ospita “ Ranavuottoli” da diversi anni avvicina grandi e piccoli alla recitazione con i percorsi di laboratorio. C’è qualche consiglio che vuoi dare agli aspiranti attori?
«Innanzitutto di riuscire a conservare l’energia nei momenti di sconforto. Di studiare tanto, sembrerà retorico ma è così, farsi trovare sempre pronti ampliando le conoscenze e le competenze e cimentarsi in cose diverse, mettersi nei panni di personaggi anche lontani tra loro».
L’appuntamento è per venerdì 12 aprile alle 21 presso il teatro Diana di Nocera Inferiore. Per l’acquisto dei biglietti, il cui costo è di 15 euro, 13 per under 18 e over 65, è possibile rivolgersi al botteghino del teatro Diana dal lunedì al sabato dalle 18:30 alle 20:30. Per ulteriori informazioni è possibile invece telefonare al 320 5591797