Lo storico Vittorio Campagna dimostra che il Gran Maestro dei Cavalieri Teutonici non poteva abitare il castello e nello stesso tempo trovarsi in compagnia di Federico II e papa Gregorio IX in altre parti del mondo per nove anni

di Vittorio Campagna

Un errore storico, quando è ufficializzato dall’amministrazione locale, dalle autorità scolastiche (locali e universitarie) e dai media (Rai3, giornali locali e scrittori), diventa un falso a danno della cultura e favorisce persino una «truffa», se si accede a fondi pubblici per 272mila euro per un evento privo di fondamento storico.

Chi ha relegato Ermanno di Salza sul castello di Olevano per nove anni, dal 1230 al 1239, come inquilino, castellano e proprietario, non si è reso conto che l’avrebbe sottratto alla storia, stravolgendo nello stesso tempo anche la vita di Federico II e papa Gregorio IX, perché il Teutonico per tutto il periodo su indicato ha vissuto sempre a stretto contatto con i due Sovrani e da essi era dipendente.
L’excursus vitae del Teutonico offre una prima correzione al “falso storico” attraverso la seguente bibliografia: Ernest Kantorowicz, Federico II Imperatore, Garzanti Ed. ristampa, Düsseldorf-München, Stuttgart 1981; Pietro Giannone, Istoria Civile del regno di Napoli, Marzorati ed. Milano, 1972; Wolfgang Sturner, Federico II e l’apologia dell’Impero, Salerno ed. Roma, 2009; Riccardo di San Germano, La Cronaca, Francesco Ciolfi ed. Cassino, 2013; Vittorio Campagna, Ermanno di Salza, Gran Maestro dell’Ordine Teutonico, Ripostes 2017, Salerno. Pp. 46-51;
I suddetti storici escludono a priori che il «Gran Maestro» abbia potuto abitare in questo novennio castello picentino. Ecco la sequenza delle località taccate dal Teutonico durante il periodo in questione: dal mese di aprile al 28 agosto del 1230, è impegnato per la “Pace di San Germano” che avrà adempimento in tre date: 23 luglio, 20 e 28 agosto del 1230; in quest’ultima data, proprio per codesta pace il di Salza riceve in garanzia, per conto del Papa e a danno di Federico II, sette castelli. Il 1° settembre 1230, a pace raggiunta (28 agosto), è ospite di papa Gregorio ad Anagni con Federico II. Nel marzo 1231 è in Prussia per il trattato di Rubenicht con il vescovo Christian. Dall’agosto del 1231 in poi è a Ravenna per la pace con la Lega Lombarda. Il 13 E 14 maggio del 1232 è a Padova per la solita pace con la Lega Lombarda. All’inizio del 1233, riceve l’affidamento amministrativo della città di Gaeta dal Papa e da Federico II. Nel giugno del 1233 è a Palermo in attesa di disposizioni da parte di Federico II. Nella primavera del 1234 segue Federico II a Roma dal Papa. Fino a tutto il 1234 è impegnato «Come mediatore anche in Terrasanta… Acri». Nel luglio–agosto del 1235 è a Magonza (Germania) per la pace tra Federico II e il figlio Enrico. Dall’ottobre del 1235 e fino al febbraio del 1236 è impegnato ancora per la lega lombarda. Il primo maggio del 1236 è Marburgo (Germania) per la riesumazione e traslazione delle reliquie di Santa Elisabetta. Nel luglio – agosto del 1236 è a Mantova e poi a Piacenza… per la Lega Lombarda. Nell’ottobre del 1236 è impegnato ancora per la Lega Lombarda. Dal febbraio al maggio del 1237 è presso il Papa. Dalla Curia prosegue per la Germania. All’inizio del 1238 è ancora in Germania; in primavera scende a Verona con re Corrado (IV). Alla fine del 1238 giunge a Salerno solo per curarsi essendo gravemente ammalato. Il Teutonico morirà qualche mese dopo, il 20 marzo 1239, senza aver neanche “visitato” il castello di Olevano. Nel marzo – aprile del 1239 si fa seppellire a Barletta e non a Olevano come sarebbe stato giusto se il Teutonico avesse abitato sul catello di Olevano per quasi dieci anni. L’archeologia è una materia affascinante se gestita da esperti; diversamente, diventa «stupratrice» della storia che dovrebbe sostenerla.

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