Così è stato ridotto dalle auto il povero micino

Il felino, a detta di qualche testimone che purtroppo non l’ha soccorso, è rimasto agonizzante per qualche ora dopo essere stato investito. Poi alcune auto lo hanno nuovamente travolto sotto le loro ruote straziandolo 

Così è stato ridotto dalle auto il povero micino

di Enrica Granato

Gattino travolto e lasciato agonizzante: l’investitore è scappato senza prestare soccorso all’animale che è morto dopo qualche ora. Il fattaccio è avvenuto ieri mattina, su un tratto della strada Statale 266 che collega Nocera Inferiore a Castel San Giorgio. Tanta la rabbia dei passanti che hanno assistito alla scena e che il più delle volte faticano a destreggiarsi per l’attivazione di assistenza: a causa di una disinformazione generale, infatti, si rischia di essere rimpallati da un centralino all’altro. «La ditta che raccoglie i rifiuti non è autorizzata a sistemare le salme nei bidoni – dichiara Francesco Solimando, volontario del canile municipale “Teresa Farina” di Nocera Inferiore – Bisogna chiamare le Forze dell’Ordine che devono informare l’Asl Veterinaria (ente preposto all’intervento), ma il più delle volte le segnalazioni non vengono girate ed arrivano (tramite passaparola o avvistamenti di volontari e amici) a noi dell’Associazione Zoofila che interveniamo e sistemiamo gli animali uccisi in una cella frigorifera in attesa che passi la ditta di termodistruzione».
Investire un animale sulla strada e allontanarsi è anzitutto un segno di insensibilità e inciviltà. E può anche costare caro perché dal 2011 gli animali d’affezione, da reddito e protetti sono tutelati dal nuovo codice della strada che prevede pesanti multe per chi travolge un cane o un gatto e tira dritto. In caso di omissione di soccorso, infatti, il verbale per l’automobilista incosciente è di 318 euro, e si prevede che venga sanzionato (in misura minore) anche il passeggero presente in vettura al momento del sinistro che per complicità non ottempera all’obbligo di soccorso. Si può essere puniti anche sulla base di una semplice testimonianza oculare. Con la sentenza 29543 del 22 luglio 2011, inoltre, la Cassazione ha stabilito che chi investe accidentalmente una bestiola pensando di farla franca allontanandosi il più in fretta possibile può essere chiamato a rispondere di reato vero e proprio: è riconducibile, infatti, alla specie “criminosa” ogni azione -commissiva o omissiva- che cagioni la morte di un animale (il riferimento è l’articolo 544-ter del Codice penale).«Consiglio sempre di fermarsi davanti ad un corpicino steso sull’asfalto – continua Francesco – perché a volte può trattarsi di un semplice animale sotto shock che non riesce a muoversi ma è ancora vivo. Com’è accaduto con Laika: anni fa alcuni passanti ci hanno segnalato questa cagna investita ed immobile in mezzo alla strada, probabilmente morta, invece quando siamo arrivati e ci siamo avvicinati si è mossa. Era solo svenuta. L’abbiamo portata dal veterinario di fiducia e dopo circa 8 anni al canile è stata felicemente adottata».

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

Lascia un commento