Lo sfogo amaro del nostro amico e collaboratore che in prima persona racconta i disagi patiti come utente dello sportello “Prenotazioni e Ticket” della struttura cittadina

di Nino Maiorino

Chiariamo subito un concetto: gli utenti di un ospedale, nosocomio o come diavolo vogliamo chiamarlo sono i pazienti, gli ammalati, i bisognosi di cure; quindi persone che soffrono, che hanno bisogno non solo di assistenza fisica e di cure per le loro malattie, ma anche di assistenza morale, di qualche cenno di comprensione, di umana partecipazione, di compenetrazione nelle ambasce del prossimo dolente.

Purtroppo presso l’ospedale di Nocera Inferiore tutte questi concetti sono pressoché sconosciuti, specialmente quando si ha a che fare con il cosiddetto personale amministrativo e, specialmente quello adibito a qualche sportello “aperto” al pubblico. Nel caso lo sportello “Prenotazioni e Ticket”.
“Aperto” si fa per dire! Bisogna infatti evidenziare una deprecabile abitudine che si perpetua con l’evidente consenso dei dirigenti: ritirare spesso fin dalle 10 il rotolo regola file, così che visto che a Nocera Inferiore esiste il Centro Unico di prenotazione (CUP) che, oltre ai cittadini di Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Roccapiemonte, e Castel San Giorgio serve anche pazienti provenienti da Sarno, Scafati, Cava, Pagani, che non hanno un proprio CUP, molti, alla fine di una trasferta dalla loro città, si ritrovano nell’impossibilità di prenotare, o addirittura di pagare il ticket per la prestazione di cui debbono usufruire nella stessa giornata! Perché? Semplicemente perché se lo sportello deve chiudere alle 12:30, quando agli addetti, frequentemente anche maleducati, sembra che si sia raggiunto il numero massimo di cittadini da servire entro l’orario di chiusura (tra l’altro con una lentezza esasperante!), gli addetti, appunto, ritirano il regolafile. E a chi arriva alle 10,01 non resta che tornare a casa senza aver concluso nulla!
È vero che questa operazione può essere fatta anche presso le farmacie convenzionate (quasi tutte), ma non sempre questo risulta possibile, in quanto per fare ciò è necessario il codice di prenotazione assegnato dall’Asl per la prestazione indicata sulla ricetta, e se la prenotazione è fatta direttamente allo sportello dell’ospedale diventa difficoltoso; a meno che il paziente non prenoti e paghi immediatamente il ticket, col rischio di non poterlo utilizzare se per caso non può rispettare l’appuntamento, specialmente nei casi di prenotazioni a lungo tempo, che sono, purtroppo, frequentissimi: così perde pure i quattrini in quanto il rimborso da parte dell’Asl presuppone una procedura lunga e difficoltosa.nocera inferiore20187È comunque doveroso precisare che presso l’ospedale Umberto I esistono, dal punto di vista medico e specialistico, buone professionalità e altrettanta disponibilità da parte del personale medico. E che non sempre questa disponibilità si riscontra in qualche primario, spesso tale solo sulla carta o sulla targa del “suo” reparto, a volte introvabile anche nell’orario indicato per ricevere i familiari dei pazienti: probabilmente preferisce riceverli presso il suo studio privato.
Ovviamente far presente tale situazione e lamentarsi con il responsabile del servizio è tempo perso: anche costui è poco disponibile ad ascoltare, ritiene che il servizio non possa andare meglio di così, che quell’orario affisso sui vari cartelli non può essere rispettato perché, solito ritornello, il personale è insufficiente; fa orecchio da mercante quando gli viene evidenziata la esasperante lentezza degli addetti, e si trincera addirittura dietro il Governatore De Luca che, a suo dire, avrebbe più volte promesso il potenziamento del reparto, anche con supporti informatici tipo POS che consentirebbe il pagamento telematico: il tutto già da tempo ed è ancora di là da venire.
Questa è la situazione quotidiana del servizio ticket e prenotazioni di uno dei più importanti ospedali dell’Agro Nocerino: roba da terzo mondo o anche peggio.
Non dispero che queste brevi note muovano le acque e facciano prendere coscienza i responsabili dell’ospedale e dell’Asl del grave problema quotidiano: la speranza è l’ultima a morire, spero che per la soluzione di questo problema non intervenga, prima, la morte eterna: mia, ovviamente!

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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