Sono in molti ad affermare che il primo cittadino, tra una opposizione pro-forma e i partiti del suo schieramento di centro sinistra, abbia avuto più problemi proprio da quest’ultimo, il quale non vede di buon occhio il sostegno che l’Udc cavese gli dà
di Nino Maiorino
Vincenzo Servalli è il sindaco di Cava dal 31 maggio 2015; venne eletto con la lista civica “Cava Civile” collegata e appoggiata dal PD, sostenuto anche dal Governatore della Campania Vincenzo De Luca, il quale più volte, durante la campagna elettorale, partecipò ai suoi comizi.
Servalli, eletto con 8518 voti ottenuti al primo turno, e con una percentuale del 60,59 % al ballottaggio contro Marco Galdi che si fermò al 39,41 %, non era nuovo della politica cittadina, della quale sin dal 2006 è stato un attivo esponente; la sua prima elezione in Consiglio comunale è del 2006, con la lista “E’ Viva Cava”, è nello stesso anno il sindaco Luigi Gravagnuolo lo volle nella sua giunta, prima come assessore al commercio e all’artigianato, successivamente come assessore alla sicurezza e alla polizia locale.
Durante quella esperienza politico-amministrativa Vincenzo Servalli si attivò molto anche per il rilancio del commercio cavese e collaborò, fra l’altro, alla creazione del Centro commerciale naturale, ancora oggi molto attivo sia per la tutela della categoria dei commercianti, sia per lo sviluppo della stessa. Nella qualità di assessore alla sicurezza diede avvio ad un moderno sistema di videosorveglianza esteso anche alle frazioni cavesi, coordinato da una centrale collocata presso il comando del corpo di Polizia municipale; peccato che, a distanza di tanti anni, di quel sistema non resti molto, tanto che si parla di un nuovo intervento per ripristinarlo e potenziarlo.
Durante l’amministrazione di centrodestra, sindaco Marco Galdi, che seguì quella di sinistra di Luigi Gravagnuolo, Vincenzo Servalli, eletto consigliere, fu il capo-gruppo dei consiglieri del PD, che guidò con piglio fermo e collaborativo alla soluzione dei problemi della città, spesso inascoltato dall’amministrazione in carica che avrebbe potuto evitare molti degli errori commessi se avesse tenuto conto dei suggerimenti, dettati dal buon senso, proprio di Servalli e del suo gruppo: questa attività gli fu utile in quanto, alle elezioni del 2015, l’elettorato lo premiò.
L’amministrazione di Vincenzo Servalli non può dire di avere una vera opposizione in quanto, vuoi per i tratti caratteriali del sindaco, sempre disponibile ad ascoltare tutti, vuoi anche per l’impegno della stessa, prevalentemente orientata a sistemare i “guai” commessi dal suo predecessore (e per fare ciò ha trascurato un aspetto importante, quello della programmazione di un futuro diverso per la città, come in tanti lo accusano), ha saputo creare intorno a se un clima di esteso consenso.
L’opposizione fatta dal centrodestra che si ispira a Forza Italia, all’UDC, e quella di altre liste civiche di varie collocazioni, in pratica non ha mai potuto o voluto svolgere veramente tale ruolo, anche perché Servalli, checché ne dica qualche suo detrattore, le ha sempre dato ascolto e spesso accettato i suggerimenti, da qualunque parte provenienti; fra l’altro uno degli elementi più in vista dell’attuale consiliatura, il professor Armando Lamberti, all’epoca pure candidato sindaco, è stato diverse volte corteggiato perché entrasse in giunta, collaborazione che finora non si è concretizzata.
Si può dire che Servalli, tra una opposizione pro-forma, e i partiti del suo schieramento di centro sinistra, abbia avuto più problemi proprio da quest’ultimo, il quale non vede di buon occhio il sostegno che l’UDC cavese gli dà. Infatti nonostante l’amministrazione si fondi su uno schieramento orientato a sinistra, dà molto peso all’UDC, che a Cava è rappresentato da un esponente di punta locale il quale lo appoggia traendone di visibilità e cariche, salvo poi ad andare a braccetto con le forze di centro destra a livello provinciale: questa ambiguità pesa notevolmente sullo screzio di cui parleremo tra poco.
Da circa un anno, infatti, Servalli ha una spina nel fianco, che si va ad aggiungere alle altre costituite da quella parte della società e dello establishment cittadino che da qualche tempo lo incalzano sulle grandi prospettive di sviluppo, che ancora non si vedono.
Questa spina è costituita dall’ex assessore, in forza PD, Enrico Bastolla, rimasto in carica per circa tre anni, dimessosi dall’incarico circa un anno addietro, il quale non perde occasione per accusare Servalli di grandi ambiguità, di accentramento e di mancanza di disponibilità all’ascolto; accuse martellanti e ricorrenti, fatte con molta acredine, che nascondono, a nostro avviso, il vero motivo della improvvisa rottura, vale a dire l’aspirazione alla candidatura a sindaco nelle prossime elezioni.
Tante sarebbero le manchevolezze di Servalli, secondo Bastolla, elencate in una lunga intervista a un giornale on-line della città: scarsa disponibilità all’ascolto, totale asservimento dei suoi collaboratori, che molti in città indicano come una squadra di “bravi ragazzi”, che lo seguono fedelmente in tutte le sue iniziative, movimenti pachidermici della maggioranza, mancato rispetto degli impegni assunti con la città in campagna elettorale (utilizzo del Pala-eventi, vendita dell’immobile della Cofima, assegnazione dell’ex convento di San Francesco, destinazione dell’immobile dell’ex Manifattura Tabacchi, mancata attuazione della “spending-revue”, anzi aumento di costi della partecipata Metellia Servizi e Acquedotto Ausino): a nostro avviso questi sono solo pretesti che nascondono i veri motivi della lotta, e cioè la mancata valorizzazione del critico Bastolla nell’ambito dell’amministrazione Servalli e il rapporto preferenziale di Servalli con l’abborrito UDC e con il suo locale esponente di picca Giovanni Del Vecchio, giovane e noto professionista cavese che in politica sembra buono per tutte le stagioni.
Vero è che l’acredine verso Servalli viene giustificata dal rapporto personale che sarebbe venuto improvvisamente a mancare; ma la nostra sensazione è che la mossa delle dimissioni di Bastolla sia piuttosto un fatto politico che, prendendo spunto da qualche screzio personale, ha dato il pretesto all’ex assessore di avviare, con tanto anticipo, la sua campagna elettorale che lo vedrebbe candidato sindaco.
Bastolla ha esclamato con determinazione “mai più con Servalli”, e quest’ultimo gli ha risposto per le rime, tant’è che è circolato su un social cavese la battuta, probabilmente non tanto felice, “Giorgio e il Vescovo”.
E a tale scopo, nonostante ancora iscritto al Pd, del quale vanta il possesso della tessera, sembra che questa “spina nel fianco” di Servalli non disdegni una apertura al finora odiato UDC di Giovanni Del Vecchio: quando si dice coerenza!
Ovviamente su questo contrasto tra i due, i media e i social locali si sono buttati a pesce, facendo commenti, talvolta pungenti, e approfondimenti che hanno sortito l’effetto di aggravare ulteriormente la frattura, che dall’iniziale solco ora sembra divenuta un canyon. Ma in politica, centrale e locale, non può mai dirsi che una frattura sia incomponibile, siamo abituati a cose ben più eclatanti: pertanto, chi vivrà vedrà.
Ci viene però in mente, per concludere, un famoso adagio popolare, che ben si addice a questa breve cronaca, il quale recita “Dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io”, che se Servalli avesse pronunciato nessuno avrebbe potuto dargli torto.
Purtroppo questo non è il primo caso e certamente non sarà l’ultimo, anche se, per dirla con franchezza, questo “fuoco amico” è di uno squallore indicibile; opinione personale certamente non condivisa da chi, periodicamente, si ostina a sparare, ma ciascuno ha la sua etica e fa la sua politica, e le urne daranno la definitiva sentenza.