Fine agosto, spiaggia.
Dame attempate ormai stanche di sole sostano in piccoli gruppi atteggiando i corpi ancora rigogliosi, seppure un po’ abbondanti, in languide posture predisposte alla chiacchiera e inarcando il sopracciglio abbronzato come in attesa di fonemi intelligenti, ma se ti avvicini scopri che l’argomento concerne Asia Argento o al massimo una nuova ricetta gastronomica di dieta postbalneare. A sua volta i presunti mariti distolgono per qualche secondo i diti dal monitor dell’iphone per rinnovare la propria appartenenza tifoide alla juve o all’inter o alla roma o al napoli e per proclamare fede assoluta nella democrazia e nei giudici che trionferanno immancabilmente sul becero fascista Salvini, costringendolo a smettere di contrastare il cristianissimo e proficuo business dell’accoglienza e puniranno rapidamente i colpevoli del crollo del ponte di Genova da ricercare preferibilmente fra i membri del Governo attualmente in carica.
Ovviamente caldo e ferie sono i luoghi meno adatti a pensare che il calcio ufficiale è la massima espressione della globalizzazione capitalistica a sfregio collettivo dei lavoratori da mille euro al mese, la democrazia è una soppopera intesa a suscitare allucinazioni erotiche a base di accoppiamenti innaturali fra dominanti e dominati e la giustizia dei giudici è la macchina repressiva organizzata dalle classi dominanti a presidio dell’establishment socio-economico, opportunamente dissimulata da formule rituali e presunta terzietà.
Frattanto tutt’intorno, in funzione temporaneamente consolatoria, sotto gli occhi vigili e ansiosi delle damigelle più giovani e dei padri schiavizzati, bimbi crescono in regime puerocratico, senza futuro e rigorosamente educati all’ideologia dominante ludico-narcisistica.
Prudentemente mi guardo bene dall’intrupparmi nella conversazione per evitare che la mia totale mancanza di ars dissimulatoria e di bon ton sgami i miei più riposti pensieri col rischio di patire un linciaggio seduta stante e guadagno faticosamente le onde del mare sul bagnasciuga ove m’illumino d’immenso.
Ne risalgo mentre già nubi burrascose occultano il sole e minacciano intense precipitazioni, come quasi ogni giorno di questa turbolenta estate, come se il meteo volesse simboleggiare e preconizzare ciò che va visibilmente addensandosi sui destini umani in questa epocale svolta storica del 2018.
Aldo Di Vito
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