La commissione di valutazione impatto ambientale conferma di non avere elementi sufficienti per decidere la pericolosità del progetto. Esultano i comitati, ed Emiddio Ventre dichiara: «Ora sono loro ad ammettere quello che sosteniamo da tempo»
di Francesca Fasolino
Novità all’orizzonte per il “Grande Progetto Sarno”: l’8 maggio il Tar di Napoli, in seguito alla richiesta della Regione Campania, deciderà se revocare o meno la sospensiva al progetto avvenuta lo scorso 14 marzo. Le novità più importanti però sembrerebbero riguardare i dati che la Regione avrebbe presentato: presenza di cromo nelle acque del Sarno e dei suoi affluenti. Questi sono i famosi dati, i “parametri critici”, assenti nella relazione del quadro ambientale presentato da Arcadis.
È stato inoltre presentato il format della relazione istruttoria della commissione “Via” (valutazione di impatto ambientale), dove si dichiara di non avere dati a sufficienza per poter valutare oggettivamente il progetto per quanto concerne le vasche e la seconda foce: “In merito alla problematica relativa al punto 15 (vasche di laminazione e seconda foce)- si legge nella nota – il gruppo istruttore, sulla base della documentazione degli atti, ritiene di non avere sufficienti ed oggettivi elementi conoscitivi per la formulazione del relativo giudizio”. Inoltre sembrebbe che l’ufficio ambiente della Regione Campania abbia chiesto chiarimenti all’Arcadis per quanto riguarda i dati del 2012 relativi allo stato d’inquinamento del fiume. Una soddisfazione quindi per tutti quei comitati e associazioni che, fin dall’inizio, si sono opposti a questo progetto regionale definito uno “scempio ambientale”.
«Non abbiamo più bisogno di prove – dichiara Emiddio Ventre su Facebook – sono loro ad ammettere quello che sosteniamo. Ribadiamo però l’invito a sdoppiare il progetto per avviare subito le opere di dragaggio e rifacimento degli argini».