Dai segretari generali e provinciali Salvato e Tomasco un altolà all’unificazione delle centrali di Salerno e Vallo e una proposta alternativa decisamente efficace 

Rischia di diventare l’ennesimo ostacolo al funzionamento del servizio sanitario in provincia di Salerno l’unificazione delle centrali operative del 118 di Salerno e di Vallo della Lucania. Ad alzare gli scudi e offrire delle soluzioni alterenative sono Donato Salvato e Biagio Tomasco, rispettivamente segretario generale e provinciale della Uil Fpl Salerno.

«Se si arriva alla semplice unificazione del servizio,  – sostengono all’unisono i due segretari – ed ovviamente la località della sua sede sarà Salerno, andremo incontro ad un problema irrisolvibile. Partiamo dal fatto che le chiamate che sono arrivate al 118 salernitano nell’ultimo anno sono 144.844: sono già tantissime. Vogliamo davvero farle gestire dal solo personale del capoluogo, visto che quello di Vallo non potrebbe mai essere spostato perché si supererebbe abbondantemente il limite dei 50 chilometri di distanza dalla vecchia sede di lavoro imposto dal decreto di riforma della Pubblica amministrazione diffuso in Gazzetta Ufficiale il 24 giugno 2014? Se così fosse, andremmo incontro a caos e disservizi a danno dei cittadini».
Salvato e Tomasco però non si limitano alle critiche, e una soluzione ce l’hanno: «un’idea rivoluzionaria  – la definiscono – che si vada ad inserire nel solco tracciato dalla Legge regionale del 18 maggio 2016».biagiotomascouilfplsalerno
La proposta è unificare “funzionalmente” le due centrali operative operanti sul territorio, attraverso l’adozione di protocolli operativi condivisi ed univoci,  che si interfaccino con il sistema delle reti tempo dipendenti e si servano di personale dedicato per il servizio 118 ed il trasporto secondario totalmente dipendente dell’Asl Salerno. «L’unificazione funzionale delle due centrali di Salerno e Vallo della Lucania, infatti – spiegano Salvato e Tomasco – assolverebbe una duplice funzione: copertura ottimale di tutto il territorio provinciale con operatori già preparati e perfettamente conoscitori dei territori stessi, internalizzazione del servizio con personale dipendente cui affidare la gestione completa del servizio 118 e trasporto infermi, maggiore aderenza ai protocolli operativi, già in auge in altre regioni italiane, grazie alla esclusività del personale immesso nel circuito dell’emergenza-urgenza».

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