Una iniziativa di grande spessore culturale lunedì 9 alle 17:30 nella sala dell’auditorium della chiesa nocerina: sotto la lente di esperti la corrente dei primitivi e il manierismo di Michelangelo e Raffaello

Si intitola “Quello che passa il convento, Arte e devozione in Ludovico Brea e Andrea da Salerno. Due culture a confronto” il convegno che si terrà lunedì 9 aprile, a partire dalle 17:30, nell’auditorium del convento di sant’Antonio a Nocera Inferiore.

Ad organizzarlo la Società Italiana dei Francesisti, rappresentata dalla professoressa Rosa Liguori unitamente all’Arciconfraternita della santissima Concezione, guidata dal dottor Carmine Zarra.ludovico brea2
Una serata all’insegna della cultura e della conoscenza del nostro patrimonio artistico rinascimentale confrontato con una parte della Francia dove si sviluppa una corrente artistica i cui esponenti passano sotto il nome di “Primitivi”. Ludovico Brea, nato a Nizza intorno al 1450 è stato un pittore che si è formato traendo ispirazione da una grande pluralità di correnti artistiche: arte fiamminga, provenzale, lombarda, piemontese… tante scuole si fusero per costruire lo stile di Ludovico Brea.
L’artista operò con uno stile elegante e raffinato, tanto che le sue opere contribuirono a garantire originalità e bellezza ed oggi si trovano nelle chiese tra la Liguria, la Provenza e il Principato di Monaco. La sua pittura si tinge del gusto nordico, godendo di quel richiamo arcaicizzante che invocava a piena voce un gusto tipicamente gotico, per questo, i pittori che si rifanno a questa corrente artistica, sono chiamati “I Primitivi”. Da contraltare si propone Andrea Sabatini, pittore tra i primi a Napoli a padroneggiare lo stile nuovo e accattivante del grande Raffaello.

zarra dimauro
Sopra, due opere di Brea. Qui il dottor Carmine Zarra in una foto di repertorio con il direttore Gigi Di Mauro

In Michelangelo e Raffaello l’arte è portata ad una perfezione tale che è impossibile superare e i pittori imitano la “Maniera” di Michelangelo e Raffaello. Ad Andrea da Salerno seguono, per tutto l’arco del ‘500, una schiera di collaboratori che, come per i primitivi, restano legati abbondantemente, oltre il secolo, al tardo manierismo, nonostante il respiro di novità iniziava a pervadere la Penisola e che soppianterà definitivamente proponendo “ombre e luci” caravaggesche.

Lascia un commento