Si chiama “incapacità appresa”, ed è un problema che a volte ci trasmettono, inconsapevolmente, i nostri genitori, spesso eccessivamente premurosi

Cara dottoressa Valentina Di Mauro,
ho 34 anni. Lavoro da quando ne avevo 25, appena dopo la laurea. Ho una relazione stabile da ormai 11 anni. Quasi tutte le persone che ci conoscono, già da qualche anno ci chiedono quando faremo un figlio. A me questa situazione angoscia molto, anche perché penso sempre di non essere in grado di fare la mamma.

Ogni volta che mi chiedono di un figlio, mi ricordo delle parole di mia madre che, da quando ero piccola, mi ha detto: “Tu non avrai mai un cane, perché non te ne sai occupare. Non sei capace di gestirlo”. E adesso lei è una di quelle persone che costantemente mi chiede un nipote. Sono molto arrabbiata perché mi chiedo come sia possibile che chi mi ha sempre rinfacciato di non essere in grado di fare qualcosa, adesso mi chieda l’esatto contrario.
Attendo una sua risposta,
grazie
Antonia

Cara Antonia,
mi stai descrivendo effettivamente di una situazione che turberebbe molto chiunque.
Parliamo del “senso di competenza” che i nostri genitori dovrebbero darci. Purtroppo, a volte, non per responsabilità loro, ma perché semplicemente “non ci pensano”, tendono implicitamente a trasmetterci delle insicurezze che difficilmente riusciamo a toglierci dalla testa. Questa sensazione, che potremmo chiamare “incapacità appresa” diventa il sottofondo di tutta la nostra vita.mamma bambino2
Immagino come sia risuonata la sua voce nella tua testa per tutti questi anni.  Inoltre, il dirti di “non saper gestire un cane” certamente ti ha messo di fronte a una assunzione enorme di responsabilità nei confronti della scelta di avere un figlio.
Sicuramente la nascita di un figlio rivoluziona totalmente la vita e bisogna pian piano adattarsi a questa nuova condizione, il che non è per niente facile, ma è gestibile e risolvibile, come la maggior parte delle cose. A questo punto mi viene spontaneo chiederti se effettivamente vuoi fare questo passo o semplicemente è il contesto intorno che te lo chiede. Se fosse effettivamente una tua volontà, affronta le tue paure e mettiti in gioco, come hai fatto con tutte le altre cose nella tua vita.
Mi hai inviato una mail molto lunga e non sono riuscita a pubblicarla tutta, ma sappi che per le sfide che hai affrontato finora e che mi hai scritto, ritengo tu sia in grado di portare a termine anche questa.
Un abbraccio forte,

Valentina Di Mauro
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