La candidata al Senaro di +Europa lancia la proposta che potrebbe permettere il decollo turistico dell’importantissimo monumento che rappresenta Nocera Superiore
«Occorre che impariamo a valorizzare i tesori che gli avi ci hanno lasciato in eredità, per dare ossigeno culturale, occupazionale ed economico alla nostra area. Collaborando all’organizzazione dell’iniziativa che vedrà l’Agro e i suoi tesori protagonisti il prossimo 18 febbraio a Firenze, nell’importante manifestazione Tourisma, mi sono ancor più convinta che dobbiamo percorrere tutte le strade per raggiungere tale obiettivo».
Annamaria Barbato Ricci, candidata per +Europa al Senato nei collegi plurinominali Campania 1, 2 e 3, ha una proposta concreta su come promuovere il territorio a cui è profondamente legata. «Nello scorso giugno il professor Giuliano Volpe, presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali e paesaggistici, che ho invitato a conoscere l’immenso patrimonio della nostra area – ha affermato la candidata – ha visitato il Battistero di Santa Maria Maggiore a Nocera Superiore e, da professore ordinario in archeologia cristiana e medievale, l’ha ammirato, decantandone le unicità.
Ritengo che sia giunta l’ora di costituire un Comitato ad hoc nell’Agro che promuova presso l’ICOMOS, l’organismo dell’UNESCO competente a raccogliere le candidature per la nomina a Patrimonio dell’Umanità, un dossier sul ‘Battistero’, così caro al cuore dei locali, monumento d’incomparabile bellezza e che ha tutti i numeri per diventare il settimo sito UNESCO della Campania.
È un cammino complesso, che va affrontato in nome di una visione di sviluppo ampia e composita – ha sottolineato Barbato Ricci – dove i progetti culturali siano baricentrici per mettere a valore monumenti laici e religiosi di uno scrigno di meraviglie. Il Battistero è l’unico, insieme a quello di San Giovanni in Laterano a Roma, ad essere, dopo così tanti secoli, in buono stato di conservazione. Le sue dimensioni, di pochi centimetri meno ampie di quello romano, solo per motivi di politically correct nei confronti del Papato, fanno presumere che poco lontano, qualche metro sotto terra, magari in luoghi raggiungibili con adeguati scavi archeologici, ci sia la Cattedrale a cui era collegato. E, viste le sue dimensioni, come ha confermato il professor Volpe, si doveva trattare di una Cattedrale davvero ampia, a lustro della Nuceria dell’epoca. Il ritrovarla è un’altra sfida da affrontare – ha concluso la candidata – perché la conquista del riconoscimento UNESCO e una scoperta di simili entità potrebbero diventare davvero il volano di un turismo anche connesso all’attrattore di Pompei».