Da Michelangelo Merisi prese le tecniche e l’uso dei modelli reali, non istruiti in precedenza, aumentando così la drammaticità delle immagini. Fu violentata dal pittore Agostino Tassi

di Anna Vittoria Fattore

Il mondo dell’arte ha visto tante donne animarlo con determinazione, molte delle quali vittime d’ingiustizie e rancori. Artemisia Gentileschi, pittrice di scuola caravaggesca, nasce a Roma l’8 luglio 1593; talentuosa figlia d’arte comincia a dipingere subito dopo la morte della madre, incoraggiata dal padre Orazio Gentileschi, importante artista dell’epoca.

Nonostante il padre le insegni la macinazione dei colori, l’estrazione e la purificazione degli oli, il confezionamento dei pennelli, l’approntamento delle tele e la riduzione in polvere dei pigmenti non la lascia uscire di casa perché donna. In seguito Agostino Tassi, virtuoso della prospettiva in trompe-l’œil, prima la fa sua allieva e poi la violenta nel maggio 1611. “[…] havendo esso prima messo tutti doi li ginocchi tra le mie gambe et appuntendomi il membro alla natura cominciò a spingere e lo mise dentro […]“: questo è un frammento della dichiarazione d’Artemisia durante le torture e le invasive visite ginecologiche che è costretta a subire. Il processo condanna il Tassi per “sverginamento” ma la pena non verrà mai scontata dal momento che le famiglie per cui dipinge lo proteggono fino alla fine.
artemisia3Artemisia si sposa costretta dal padre, per restituire l’onore alla famiglia e si trasferisce a Firenze nella speranza di ricostruirsi una vita. Il successo sperato non arriva ed il coniuge Pierantonio Stiattesi non fa che indebitarsi fino al collo portandola a trasferirsi prima a Roma e poi a Venezia in cerca di commissioni artistiche più importanti. Il successo arriverà nella Città Eterna: il luogo che le aveva segnato il declino le aveva anche restituito la gloria. I suoi dipinti affascineranno molti appassionati e alla sua fama contribuirà il viaggio a Londra, dove raggiungerà l’anziano padre per un breve periodo ed il suo stabilirsi a Napoli. Artemisia morirà proprio lì nel 1654, compianta dai figli e dagli amici intimi e rimproverata da chi ha sempre e solo visto una donna senza onore che tradisce il proprio marito e si fa violentare da un pittore.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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