È forse il dolce più duro che esiste, impossibile da sgranocchiare. Viene preparato per la festa dell’Immacolata e consumato durante tutto il periodo natalizio

di Maria Barbagallo

La petrafennula d’influenza araba è una specialità della zona di Modica ed è diffusa in tutta l’isola. È un torrone estremamente duro e viene consumato durante il periodo natalizio, soprattutto dopo i pasti e l’unico modo possibile per mangiarlo, a meno che non abbiate denti di acciaio, è lasciarlo sciogliere in bocca come una caramella.

La sua durezza ha dato origine al modo di dire «fàrisi petrafènnula» (diventare petrafennula) che significa «essere persona ferma nei suoi propositi, inamovibile dalle proprie intenzioni».
Ricetta Petrafennula
Ingredienti: 400 gr. di miele millefiori – 200 gr.  scorza d’arancia – 50 gr. scorza di cedro o limone – 150 gr. tra confetti e mandorle – un cucchiaio di cannella e uno di vaniglia

Procedimento: In una casseruola versare il miele e farlo sciogliere, quindi aggiungere le scorze degli agrumi a pezzettini e far cuocere a fuoco lento mescolando di continuo, finchè il composto si sarà ristretto e diventerà abbastanza consistente. Togliere dal fuoco ed aggiungere la cannella, la vaniglia, i confetti e le mandorle tritati e amalgamare bene il tutto per qualche minuto. A questo punto versare il composto su un piano di marmo precedentemente oleato o su carta forno e spianare rapidamente la petrafennula, formando uno strato di circa 2 cm. di spessore. Lasciare intiepidire e tagliare il torrone in tanti rombi o rettangoli. Fare raffreddare a temperatura ambiente e servire.

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