SOTTOVIA TRINCERONE BRETELLA TENGANA CAVA

Dopo quasi 40 anni arriva a termine un lavoro progettato durante il sindacato Abbro, che servirà a decongestionare il traffico cittadino attraverso una variante alla statale 18

di Nino Maiorino 
Con l’inaugurazione, avvenuta lunedì 13 novembre scorso, dell’ultimo tratto del Trincerone-sottovia di Cava de’ Tirreni, è stato finalmente reso fruibile tutto il percorso di questa grande a travagliata opera, almeno per ciò che è stato realizzato, che costituisce la metà del progetto originario.

L’opera, iniziata circa 40 anni fa, rientra nel più ampio progetto di decongestionamento della SS.18-Tirrena Inferiore e interessa non solo Cava de’ Tirreni ma tutte le altre città fino a Napoli. Il tratto che interessa Cava è stato progettato circa quarant’anni or sono dall’allora sindaco Eugenio Abbro, per il quale lo sviluppo della città passava anche attraverso il decongestionamento della stessa dal traffico veicolare. E, sebbene all’epoca il volume del traffico automobilistico fosse notevolmente inferiore, Abbro, da amministratore lungimirante, ipotizzò una bretella viaria che bypassasse il tratto della SS18 che attraversa la città, in modo da convogliare il traffico dalla località Tengana (appena dopo la località Surdolo) fino alla località Santa Lucia. L’avvenuta inaugurazione del 13 novembre chiude un iter molto travagliato: in Italia, come dice il governatore Vincenzo de Luca, la realizzazione di un’opera pubblica è un calvario, e il trincerone-sottovia di Cava ne è uno dei tanti esempi, in quanto la sua realizzazione è stata distinta da vicende quasi romanzesche, le quali, al dì là delle aspre opposizioni politico/amministrative (che solo oggi sembrano acquietate), ha attraversato periodo critici della storia d’Italia come, ad esempio, quello di Tangentopoli che per oltre un decennio ha bloccato le opere pubbliche del nostro paese, coinvolgendo enti pubblici, imprese private, magistratura. Anche il Trincerone-sottovia metelliano ha  attraversato fasi di confusioni, boicottaggi, modifiche progettuali (ricordiamo quella dell’amministrazione Fiorillo che ipotizzò un tunnel sotterraneo), salvo poi a tornare al progetto originario. imbocco variante durante lavoriMa poi, con alcune sostanziali modifiche, le amministrazioni successive, conclusisi anche gli iter giudiziari che avevano contrapposto il Comune all’originaria impresa edile, riavviarono i lavori. Frattanto i fondi originariamente stanziati, col passare degli anni erano divenuti insufficienti, le modifiche comportavano maggiori spese che si aggiungevano all’avvenuto lievitare dei costi, e fu necessario reperire altri fondi, guerreggiando contemporaneamente oltre che con gli oppositori a tale “invasiva” costruzione, anche con Tar, Soprintendenza e diavolerie varie. E oggi che i lavori possono dirsi, almeno per la prima parte, completati, pure condividendo la soddisfazione dell’attuale amministrazione guidata dal sindaco Servalli, ci si interroga sulla utilità dell’opera così com’è, se non verrà completata con la costruzione del secondo tratto che dovrebbe concretizzare l’idea originaria di giungere oltre la località Santa Lucia; oggi, infatti, i benefici che la bretella appena inaugurata comportano per la parte sud della città (zona San Francesco, Santa Maria dell’Olmo e Ospedale cittadino), sono vanificati dal collo d’imbuto nella zona della stazione ferroviaria. L’Amministrazione Servalli si è già attivata per completare l’opera, e sembra che la Regione Campania abbia assicurato un finanziamento di 8 milioni di euro: speriamo che bastino e che non occorrano altri trent’anni.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

Lascia un commento