Diciannove pazienti con problemi di salute mentale diventano i protagonisti degli scatti di Vincenzo Balzano. L’evento, che vedrà anche un convegno sul tema, organizzato dal consorzio Sol.Co. Agro
Si terrà nel chiostro del convento di Sant’Antonio dal 23 al 25 novembre la mostra fotografica “Camera Lucida“. Con gli scatti di Vincenzo Balzano il consorzio Sol.Co. Agro ha voluto far raccontare una sequenza di storie che coinvolgono pazienti con problemi psichici, sia pur stabilizzati farmacologicamente, ma soprattutto di emozioni.
La dottoressa Rosa Vitulli, coordinatrice del gruppo che per tre mesi si è dedicato a questo progetto, le emozioni ce le descrive così: «Non tanto con il proposito di trovare una risposta ma di generare una riflessione e un’attenzione più profonda verso se stessi e l’altro.Un percorso, questo, che non può considerarsi mai concluso ma che ogni volta si rinnova e si arricchisce di opportunità sempre nuove. Le parole, le immagini, i ricordi, i silenzi che ciascun ospite è riuscito con grande impegno ad esprimere in questi mesi sono un patrimonio emotivo importante che abbiamo scelto di condividere affinché lo sforzo, l’impegno e l’amore profuso si stringano in un abbraccio collettivo».
Prima della vernice ufficiale della mostra, che si terrà nel pomeriggio del 23, alle 18, dalla mattina alle 9:30 un convegno tratterà temi importantissimi come la riabilitazione nella salute mentale. Insieme al presidente del consorzio dottor Isidoro Luciano Venerato ne parleranno il dottor Giuseppe D’Aquino, direttore dell’Unità Operativa Salute Mentale, il dottor Ferdinando Pellegrino, direttore della Psichiatria del medesimo reparto, la dottoressa Margherita Spagna, referente dei progetti di integrazione sociale dell’Unità Operativa Salute Mentale. E ancora la dottoressa Cinzia Vitiello, coordinatrice della comunità “L’abbraccio”, e la dottoressa Immacolata Carotenuto, coordinatrice della comunità “La Luna storta”.
Sono 19 i pazienti coinvolti nel progetto: dai loro volti emerge il lavoro riabilitativo personalizzato degli operatori del consorzio Sol.Co. Agro, ma anche la ricerca di se stessi nell’altro, in un gioco ricorsivo di rispecchiamenti che il set fotografico amplifica, rendendo evidente ciò che è più fragile e bello dell’esperienza umana: l’emozione.