Si intitola “scemo chi si laurea” la singolare iniziativa di contestazione nata ieri su tutto il territorio nazionale da parte dei laureati in questa disciplina

Il giorno 13 ottobre i laureati in Scienze della Formazione Primaria hanno lanciato la campagna “scemo chi si laurea”. Il motivo è dato dal fatto che da qualche anno suddetti laureati vengono superati dai diplomati per l’insegnamento nelle scuole.

A questo punto la domanda sorge spontanea: “Ma a che serve oggi laurearsi? A cosa servono tutti i sacrifici, le rinunce e la determinazione nel perseguire un qualcosa che alla fine non permetterà la raccolta dei frutti desiderati? Come molto spesso avviene in Italia si tratta di una guerra tra poveri che contrappone da una parte i laureati in Scienze della Formazione e dall’altra coloro che sono in possesso del vecchio diploma Magistrale. Una volta la laurea era determinante per trovare un lavoro sicuro, oggi possiamo affermare come serva sempre di più a garantire soldi alle Università mentre gli sbocchi professionali sono rimasti sulla carta. Perché diciamoci la verità, non sempre a diciannove anni un ragazzo ha la giusta maturità di scegliere il meglio per lui e si ritrova a dover fare appunto una scelta spesso tra tante facoltà dalle denominazioni a volte strabilianti. Il più delle volte però accade che alla fine di questo percorso tutti i sogni o la maggior parte di essi si infrangano contro una ferale realtà. Negli anni passati le maestre erano quasi tutte diplomate eppure siamo cresciuti con una preparazione abbastanza buona, mentre dobbiamo purtroppo constatare come sia calato il livello di preparazione della nuova generazione rispetto alle precedenti. Ma la cosa più importante resta la passione per il proprio lavoro, gli insegnanti hanno in mano il futuro del paese ed è questo che conta, il fatto di essere coloro i quali formeranno gli uomini e le donne di domani.

 

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