Siamo ormai pieni di donne sempre più capricciose ed incontentabili e uomini sempre più stressati da relazioni amorose basate solo su scatti da postare su instagram

di Chiara Ruggiero
Fino a qualche anno fa i nostri ragazzi, per vederci felici, ci accompagnavano con santa pazienza a fare shopping per interminabili ore nei negozi. Soffrivano in silenzio, senza esternare il loro profondo disagio per le file chilometriche o i troppi vestiti da provare.

A volte arrivavano a casa stremati e con la testa piena di lustrini, taglie di vestiti e merletti, e nelle ipotesi peggiori incoraggiavano – improvvisati psicologi – le nostre prove di vestiti, e calmavano le nostre urla per qualche chilo in eccesso con la frase d’effetto: “amore non è vero che sei ingrassata: stai benissimo!”.
Poi finalmente noi donne abbiamo finalmente capito che portare un uomo a fare shopping con noi non è una buona idea. Non contente però abbiamo pensato bene, prendendo spunto da alcune modelle che hanno lanciato questa assurda moda, di cambre “l’utilizzo” dei nostri fidanzati, costringerli a scattarci delle foto. foto girlfriend2Si inizia sempre con la dolce frase: “amore mi scatteresti una foto?”. Il tutto accompagnato con un sorriso ammaliante, per poi finire con un urlo isterico, pretendendo da loro degli scatti perfetti o impossibili per le pose o le location, a volte disagiate o inaccessibili.
Secondo indiscrezioni trapelate da racconti di alcuni ragazzi stanchi, stressati ed esauriti, per loro uscire con le proprie fidanzate sta diventando un vero incubo senza fine. Nel giro di un secondo si ritrovano a passare da una serata da loro ipotizzata romantica ad immortalare le loro ragazze in una serie di interminabili scatti, pregando in silenzio che siano perfetti, perché nell’ipotesi in cui non lo fossero potrebbero volare insulti, e in casi estremi  il cosiddetto “ti lascio” minaccioso: tutto per semplici foto da postare sui social network. Ma ci funziona ancora il cervello?

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

Lascia un commento