Ha un nome l’atteggiamento maleducato di trascurare un individuo mentre si è impegnati in una qualsiasi situazione sociale, controllando lo smartphone in modo compulsivo. Uno studio analizza il fenomeno

di Francesca Melody Tebano

Quante volte vi è capitato di essere al bar o in un ristorante con un amico, ma quest’ultimo è completamente assente perché guarda di continuo il telefono?

Si chiama phubbing ed è un comportamento irritante e purtroppo molto diffuso, più di quanto si pensi. Infatti, un’indagine condotta da James Roberts e Meredith David, pubblicata su Computers in Human Behavior, afferma che il 46,3% degli intervistati (di un campione ristretto, ovvero 145 persone) ha dichiarato di essere stato “vittima” del phubbing. In particolar modo, siamo poco educati, per esempio, quando: disponiamo lo smartphone sul tavolo di fronte alla nostra faccia, ingombrando il campo visivo con l’interlocutore, oppure prendiamo in mano il dispositivo, tutte le volte che la conversazione ci interessa poco.Si tratta di atteggiamenti che rovinano le relazioni sociali: il 36,6%, più di un terzo, ha affermato di non ricevere l’attenzione sperata dal proprio partner, se impegnato compulsivamente con il device, questo ha provocato tristezza, almeno in alcune occasioni, e il 22,6% ha riconosciuto che tale comportamento ha scatenato conflitti all’interno della coppia.
Quindi, se vogliamo salvaguardare le nostre relazioni sociali, dobbiamo “darci un taglio” e lasciar perdere il nostro smartphone il più possibile nelle comunicazioni face to face e nei momenti di vita quotidiana.

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