Per il gruppo Fratelli d’Italia di Pagani chiede il ritiro dell’avviso e parla di “sistema di sempre utile solo ed esclusivamente ai parenti ed agli amici”
Monta la protesta contro l’avviso pubblico di Agro Solidale, finalizzato ad assumere per tre anni 14 unità tra sociologi – psicologici e assistenti sociali. A far sentire la loro voce il movimento Rete libera che ha sollevato la problematica attraverso la propria pagina face book, e, stamani, anche il gruppo consiliare Fratelli d’Italia a Pagani.
«Il bando dimostra – scrive la capogruppo Raffaelina Stoia in un comunicato – che il detto antico “il lupo perde il pelo ma non il vizio” è sempre attuale e che le pregresse esperienze “clientelari”, nell’assunzione di personale, del piano di Zona S01 non sono servite a niente. Ripetere, oggi, modalità “apparentemente concorsuali”, per l’individuazione delle figure necessarie a sostenere le politiche sociali ad erogarsi, con il “sistema di sempre utile solo ed esclusivamente ai parenti ed agli amici” è non solo un errore grave ma è anche, e soprattutto, “la dimostrazione di un arroganza senza limiti” che mostra tutta la propria forza pur di raggiungere l’obiettivo di “reimpiego” di quelle risorse umane amiche che – sulla scorta di procedure clientelari e sub judice – hanno già goduto di anni di lavoro regalato e lautamente pagato. Il gruppo consiliare di FdI ritiene “molto gravi e clientelari” i contenuti selettivi di “un avviso pubblico solo apparentemente concorsuale” e condanna, senza se e senza ma, il sistema individualizzante adottato che è “fuori da ogni logica amministrativa, giuridica e finanche concettuale”. Impedire, infatti, a chi pur laureato con 110 e lode – e capace di dimostrare ore ed ore di stage, tirocinio e volontariato presso strutture pubbliche e/o private del Terzo settore – di essere ammesso al colloquio orale è un assurdo giuridico ed amministrativo che solo “menti contorte e aduse a sistemi clientelari” potevano pensare di mettere in atto».
A parlare, volendo mantenere il riserbo sulla sua identità (la chiameremo Genny), è anche una delle aspiranti assistenti sociali, che ci dice: «Volevo partecipare al concorso nelle vesti di assistente sociale – esordisce Genny – avendo una laurea con lode e anche esperienze di tirocinio, stage e in ultimo anche volontariato. Leggo e partecipo a tanti concorsi in tutta Italia, in famiglia sono soprannominata come “la donna dei concorsi”, ma quando ho letto il concorso che per giunta mi dava l’opportunità di farlo nella mia terra mi sono letteralmente scoraggiata e demotivata. Mi sono vista escludere a priori, cioè un’autoesclusione. Ma – continua Genny con piglio deciso – andiamo per gradi: è un concorso dove il punteggio te lo autoattribuisci, senza neanche allegare ciò che dichiari? Io per un’onestà personale dichiaro sempre ciò che ho e quindi non ho abusato certo questa volta. Ma chi non è come me? Ci sarà qualcuno che controllerà? Inoltre, non ho mai letto che tirocinio, esperienze di stage o volontariato non servissero a nulla, anzi, più che mai fanno curriculum. Ci sono università italiane che ti fanno proprio fare esperienze di volontariato affinché tu sia partecipe e soprattutto lo inserisca all’interno del curriculum. Il curriculum vitae è un’altra nota dolente: in questo concorso con va allegato, non serve a nulla. Ma è soprattutto – conclude Genny – un concorso dove si accede direttamente al colloquio orale, non esiste alcuna prova scritta o prova preselettiva. Cosa che avviene altrove».
Raffaelina Stoia, che chiede a gran voce il ritiro e la modifica del bando “inserendo procedure concorsuali legittime fondate su prove scritte e colloqui ed assegnando ai Titoli posseduti “equilibrati e minimi punteggi” uguali per tutti a prescindere dall’aver svolto le attività nel pubblico e/o nel privato e comprendendo anche stage, tirocinio e volontariato”.