A ricorrere alla commissione di garanzia, al ministero della Giustizia, al ministero dell’Interno e al Consiglio superiore della Magistratura la Cisl Funzione Pubblica
“Denunciati” dalla Cisl il Prefetto di Salerno e il presidente della Corte di Appello. La vicenza riguarda la violazione di diritti sindacali dei lavoratori delle due strutture.
A seguito di un contenzioso in atto i due, infatti, avrebbero dovuto – come prevede la legge – accedere alla procedura del cosiddetto “tentativo di conciliazione”, oggi obbligatorio anche per molte vertenze legali, per cercare di sanare bonariamente il problema. Così non è stato e “la Cisl Fp di Salerno è stata costretta a ricorrere – scrive in un comunicato – nei confronti del presidente della Corte di Appello e del Prefetto di Salerno, alla commissione di garanzia, al ministero della Giustizia, al ministero dell’Interno e al Consiglio superiore della Magistratura, per l’accertamento di eventuali violazioni della legge 146 del 1990 in merito alle “norme sull’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali e sulla salvaguardia dei diritti della persona costituzionalmente tutelati”.
Secondo il coordinatore provinciale dei ministeri, agenzie fiscali e ed Epne della Cisl Fp, Antonio Galatro, il prefetto e il presidente della Corte di Appello potrebbero aver violato le normative. “Il primo per aver ritardato e osteggiato la convocazione per il cosiddetto tentativo di conciliazione, la cui convocazione è avvenuta dopo circa sette mesi dalla richiesta e solo dopo una sorta di “messa in mora” da parte della Cisl Fp” – ha detto Galatro – Il secondo, invece, per non essersi presentato per ben due volte consecutive all’incontro, così da aver evitato un preciso obbligo normativo, tanto da poter essere entrambi assoggettati alle sanzioni pecuniarie previste dall’articolo 4 della stessa legge, che prevede ammende da 2500 a 50mila euro”.