Per la Cassazione è irrilevante l’affetto del padrone nei confronti degli animali, se questi sono tenuti in condizioni tali da creare intralcio alle occupazioni e al riposo delle persone

di Danila Sarno
Brutte notizie per i finti amici degli animali: è infatti legittimo il sequestro preventivo dei cani, tenuti dai padroni in cattive condizioni, tanto da arrecare disturbo ai vicini con odori e rumori molesti. Inutile che il proprietario affermi di amare i quattro zampe e di non maltrattarli.

La Corte di Cassazione lo ha chiarito nella sentenza numero 54531 del 2016, pronunciata nei confronti della padrona di tre cani, da lei allevati in giardino in precarie condizioni igieniche. Stanchi di tollerare brutti odori e continui latrati da ormai molti anni, accusandola dei reati di cui agli articoli 674 e 659 del codice penale, gli abitanti del vicinato sono riusciti ad ottenere dal Tribunale di Trieste il sequestro preventivo dei cani. Effettivamente il giudice ha ritenuto che gli animali sono “cosa pertinente al reato”, giacché danno concreta occasione di reiterare le condotte incriminate, ossia di continuare a molestare i vicini.
Con il ricorso in Cassazione, l’indagata non solo ha affermato di amare profondamente i propri animali domestici, ma ha anche sostenuto che essi non devono essere considerati “oggetti”, ma “esseri senzienti”, cui non possono essere cagionate sofferenze non necessarie, come quella derivante dall’allontanamento dal padrone.
Per la Suprema Corte, tuttavia, riconoscere i cani come “esseri senzienti” non modifica il loro regime giuridico, poiché, rispetto a determinate specie di animali, l’uomo ha sempre ammesso una certa capacità di comprendere e di relazionarsi con l’uomo stesso.
Per di più, secondo gli Ermellini, tra tutela dell’animale e tutela dell’uomo, a dover prevalere è sempre la seconda. Dunque, nel caso di specie, la sofferenza arrecata ai cani dall’allontanamento non è rilevante rispetto alle esigenze umane tutelate dagli articoli 674 e 659 del codice penale, cioè la quiete pubblica e la pacifica convivenza.
Inoltre, considerate le discutibili condizioni in cui i quattro zampe sono stati tenuti per anni dalla proprietaria, non è da escludere che l’allontanamento possa dar loro la possibilità di essere adottati da chi davvero sia in grado di curarli con amore.

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