È stata la prima donna a rompere gli indugi a Nocera Inferiore e promette, anzi, è convinta, di poter procedere all’abbattimento del 25% della tassa sui rifiuti nei suoi primi 90 giorni
di Rosalba Canfora
Tonia Lanzetta torna alla carica come candidato sindaco, dopo l’esperienza da assessore all’ambiente nella Giunta Torquato. Affermata avvocato 39enne, crede nell’importanza di “lavorare al servizio degli altri” e non ama parlare del suo privato; forte e decisa, si potrebbe dire una tosta, che sa il fatto suo, votata all’essenzialità.
– Perché una donna in carriera, che ha già avuto esperienza nell’attuale amministrazione comunale con una carica di assessore, sceglie di candidarsi a sindaco?
«C’è la volontà di immaginare una Nocera e un’amministrazione diversa; la rottura è avvenuta sulla questione dei rifiuti, perché ho denunciato l’incapacità di alcuni collaboratori nell’adempimento di servizi comunali che finiscono col costare caro ai cittadini, ma evidentemente questo non era interesse dell’amministrazione».
Il programma presentato dall’avvocato Lanzetta punta soprattutto a rilanciare il commercio (ridisegnare le ZTL insieme ai commercianti, offrendo garage pubblici interrati e non a piani); liberalizzare l’acqua (fuori la Gori); migliorare l’ambiente e la viabilità partendo dalle periferie; rendere la cultura fruibile da tutti (eventi gratuiti). Chiediamo se vuole evidenziare qualche ulteriore punto, ma risponde che i programmi oggi sono tutti belli e dettagliati, il suo è ormai conosciuto ed è ben visibile sulla pagina Facebook a suo sostegno, ma se può aggiungere qualcosa, preferisce puntualizzare:
«L’importante è che il programma non resti programma: poche azioni mirate, in tempi brevi, non più promesse ai cittadini, ma solo più risposte!»
– Alla base della realizzazione del suo programma, c’è la condivisione e il coinvolgimento del cittadino, la sua partecipazione per vedere cosa fa chi ha votato per avere una Nocera di tutti; come intende realizzarla?
«Diversamente dall’attuale amministrazione, io credo sia fondamentale condividere le scelte con il cittadino nella maniera più ampia possibile; la democrazia è partecipazione: non bisogna chiudersi nelle stanze per prendere le decisioni, il cittadino non deve subire le scelte, ma deve esserne consapevole e cosciente e deve poter gestire la cosa pubblica insieme agli amministratori. Come? Partecipando ai consigli comunali, ad esempio e, quindi, c’è bisogno subito di un adeguamento degli orari, altrimenti potranno essere frequentati solo da pochi cittadini, ma vietati ai lavoratori e ai giovani che ritengo, invece, possano dare un contributo importante. I consiglieri, gli assessori e il sindaco, inoltre, devono vivere la città camminando a piedi, piuttosto che in macchina, per capirne le reali difficoltà e devono avere le soluzioni, non fare il gioco degli scacchi».
– Ha pensato che dopo Maria Felicita Realfonso (nostro sindaco dal 16 aprile 1988 al 21 luglio 1989) e qualche “commissaria” prefettizia, lei potrebbe essere la seconda donna a ricoprire la carica di primo cittadino nella storia di Nocera Inferiore?
«Corro per questo!»
-Perché votarla? Qual è la marcia in più di una donna sindaco?
«Nella condizione femminile c’è un’inclinazione maggiore alla sofferenza, a sostenere meglio il peso delle responsabilità, senza nulla togliere all’uomo. Tralasciando il discorso delle donne in genere, di certo più caparbie, io sono una persona molto decisa, tanto convinta di portare avanti il programma presentato e di poter abbattere del 25% la tassa sui rifiuti nei primi 90 giorni di operato, così come di aprire la strada periferica alle spalle del Tribunale, progetto ormai decennale, per decongestionare il traffico cittadino».