Lo pneumologo nocerino si apre senza remore e confessa: «La serenità familiare mi dà la forza di scendere in campo». Bilancio comunale e Puc le prime cose su cui lavorare

Capire cosa c’è dietro la sentenza emessa dalla Corte dei Conti in merito al bilancio del Comune di Nocera Inferiore. Questa una delle priorità cui Alfonso Schiavo, medico pneumologo, si dedicherebbe se eletto sindaco della città.

«Su questa cosa sto ancora aspettando una risposta dal presidente della commissione bilancio – ci dice Schiavo – Bisogna porre rimedio rispetto alle prescrizioni e non mi risulta sia stato ancora fatto».
Il medico, che rappresenta una coalizione composta da Sinistra nocerina e dal collettivo “L’Altra Nocera“, e che raccoglierà anche parte dei consensi di parte del neocostituito movimento “Mdp” che pare non intenzionato a presentare ufficialmente suoi candidati a questa tornata, ha anche un altro punto cruciale: «Mi occuperei anche di rivisitare il Puc, perché ritengo sia stato uno degli errori più grossi commesso in questi ultimi quattro anni. È stato approvato un documento, ed è stato presentato come grande vanto, ma secondo me esso presenta degli aspetti inquietanti. Per esempio non si capiscono gli standard che chi costruisce deve lasciare al Comune, ovvero alla collettività; parliamo delle costruzioni che vengono fatte negli ex opifici: non si capisce bene che regole si debbano rispettare per poterle trasformare in aree edificabili. C’è una filosofia dell’asservimento che consente di costruire anche in aree molto piccole della città.
Ci sono anche – continua Alfonso Schiavo – dei madornali errori materiali: in una pagina si dice che per fare una casa agricola ci vuole un lotto di 7mila metri quadri ed in un’altra che ce ne vogliono 8mila. E al Comune se si chiede si guardano in faccia senza sapere che rispondere. Spunta addirittura la possibilità di trasformare l’area pedemontana di Montalbino in area edificabile!».
– Lei ha una moglie, la signora Antonella, che insegna, e due figli universitari: Francesca di 23 anni e Antonio di 21. Com’è il rapporto tra i componenti familiari?
«È ottimale! Anzi, proprio la forza della serenità familiare mi da la forza di candidarmi. Passiamo tutto il tempo possibile insieme» ci dice con un sorriso che esprime orgoglio.
– Quando Alfonso Schiavo non fa il medico, a cosa si dedica?
«Fino al 25 marzo mi sono dedicato anche alla mia formazione accademica, per completarmi professionalmente. Ma devo dire, mi dedico all’agricoltura perché ho la fortuna di avere un giardino meraviglioso; restando nel “coltivare”, mi dedico anche al canto polifonico essendo tenore nell’Ensemble Noukria. Non professionisti, certo, ma non sfiguriamo – ammette con un po’ di sana civetteria – quando ci esibiamo. Poi, mi dedico con costanza a una cosa che va fatta: un po’ di sport».

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