La denuncia di una nostra lettrice mette in evidenza un grave caso avvenuto in un ospedale dell’Agro nocerino sarnese, che meriterebbe almeno un’indagine interna

di Carla Maiorino

È stato un vero piacere (si fa per dire!) leggere sul numero del 31 marzo 2017 di un diffuso giornale locale il lungo elenco, ripreso dagli atti investigativi, dei 152 dipendenti dell’ospedale Ruggi D’Aragona di Salerno rinviati a giudizio per assenteismo.

Come per l’ospedale di Salerno, anche nelle nostre zone, in un noto ospedale del circondario, avvengono cose molto simile, forse anche più gravi.
Bene, la giustizia, sia pure “lento pede”, fa sempre il suo corso, anche se in questo caso il piede non è stato poi tanto lento in quanto i 150 (presunti fino a condanna definitiva) furfanti e truffatori sono stati già rinviati a giudizio nel giro di manco un semestre.
La notizia riportata dalla stampa mi fa venire in mente anche altro tipo di assenteismo, non di dipendenti, questa volta, ma a livello un tantino più alto, anzi più alto qualche tantino in più, visto che, nel mentre si parla tanto, e si fa bene a parlarne, di infermieri, portantini, impiegati amministrativi e qualche medico che passavano la loro vita lavorativa altrove invece che sul posto di lavoro, e si erano abituati a far timbrare il loro cartellino da altri colleghi “compiacenti” (che certamente, poi, avrebbero chiesto di ricambiare la cortesia), poco si parla di “qualche” primario che in qualche ospedale del circondario sembra avere solo la targa nel corridoio del “suo” reparto, giacché in quel “suo” reparto sembra che ci sia alquanto poco, per non dire mai; e probabilmente farebbe bene a far mettere, accanto alla targa, anche qualche sua foto, piuttosto grande, in maniera che almeno i “suoi” pazienti, che non hanno avuto (e forse non avranno mai) la fortuna di conoscerlo di persona, lo conoscano almeno dalla foto, in maniera che, parlando del primario fantasma, gli diano almeno un volto, sia pure fotografico.
Qualche mese addietro ho avuto la sfortuna di dovermi avvalere del reparto di cardiologia di un èspedale del circondario, giacché un mio strettissimo congiunto ha avuto qualche serio problema cardiaco ed è stato, per questo, a lungo ricoverato presso quel reparto per essere sottoposto ad una prima terapia intensiva e poi ad una terapia sotto stretta osservazione dei medici di quel reparto; insomma per circa due settimane ha dovuto rimanere ricoverato presso l’Ospedale.
È ovvio e naturale che i familiari volessero notizie quasi quotidiane dello stato di salute e dell’andamento delle terapie, ed è ovvio e naturale che facessero richiesta di avere queste notizie dal primario del reparto, il quale, oltre ad avere la sua bella targa all’ingresso dello stesso, aveva pure fatto affiggere un’altra targa, molto più piccina, ma ben leggibile, con tanto di orari per ricevere i pazienti ed i loro familiari.
Orbene mai, in oltre due settimane, ho avuto il piacere di vedere, conoscere e parlare con questo “esimio” primario, né in ospedale né altrove, giacché allorquando, disperata io e tutti i familiari, abbiamo tentato di metterci in contatto telefonico con il suo studio privato, nemmeno abbiamo avuto il piacere di entrare in contatto.
E, allorquando dopo alcuni giorni, comprensibilmente esasperati, abbiamo domandato alla caposala (l’eminenza grigia delle corsie ospedaliere), e poi a qualche medico del reparto, come e quando avremmo potuto colloquiare con l’illustre primario, dai visi e dai mezzo sorrisi degli interpellati, la cui risposta ufficiale era “c’è l’orario sulla targhetta”, abbiamo capito che sarebbe stato più facile interloquire con Papa Francesco (il quale ha la ottima abitudine di risponderti a telefono o di richiamarti se in quel momento è indisponibile) che con questo primario che io ho definito “il primario fantasma”.
Ma ci sarà qualche “pubblica autorità” (interna o esterna all’Azienda Sanitaria Locale) disponibile a svolgere qualche indagine?
Se lo facesse sarebbe un bene per la comunità, e probabilmente quell’elenco di rinviati a giudizio, del quale parlavo prima, si allungherebbe includendo anche qualche primario…
E, per concludere, sottolineo che, dal mese di settembre, questo mio caro familiare, dopo essere stato dimesso, doveva essere chiamato dal primario fantasma, per rientrare in ospedale ed essere sottoposto ad una cardioversione dopo un mese preciso dalla dimissione, raccomandandoci di porre molta attenzione a non far oltrepassare il mese.
E ancora, dopo aver telefonato innumerevoli volte, dopo le varie peripezie e i vari trasferimenti di chiamata per parlare con la caposala, addetta ai ricoveri, mi è stato detto di non preoccuparmi ma era loro premura telefonarmi al più presto per il ricovero, essendo una patologia cardiaca molto delicata e seria.
Sono passati 6 mesi, e stiamo ancora aspettando…
Intanto, mentre il medico studia e si organizza, il paziente muore…
Mi chiedo, come sia possibile che nel 2017, ci sia ancora affissa la targa di qualche primario “inesistente” e non viene valorizzato il lavoro di tanti medici, infermieri, tirocinanti che svolgono il loro lavoro con amore e dedizione e che portano avanti il reparto lodevolmente senza essere primari?
Purtroppo, e con molto rammarico, mi verrebbe da dire, che in Campania, e non solo a Salerno, siamo circondati da tanti casi di “Malasanità”.

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