Analizzate cause ed effetti di un fenomeno che alimenta se stesso indebolendo la pubblica amministrazione. Tommasetti: «C’è bisogno in primo luogo di educazione alla legalità»

di Tania Pentangelo

Si è tenuto ieri presso l’aula consiliare del Palazzo di Città il secondo incontro in attuazione del protocollo d’intesa tra Comune, Università degli studi di Salerno e Fondazione universitaria, che ha avuto come oggetto le “Strategie di contrasto alla corruzione”.

Una tavola rotonda, coordinata dal dottor Paolo Mainiero e ricca di interventi, con l’unica mission di offrire alla cittadinanza un momento di formazione, confronto e condivisione. Ad introdurre il dibattito la dottoressa Cristiana Chirico, presidente dell’Organismo Indipendente di Valutazione dell’ente comunale, a cui è seguita la disquisizione di Caterina Miraglia, presidente della Fondazione Universitaria, che ha sottolineato l’importanza della sinergia tra istituzioni e del connubio tra studenti e territorio al fine di produrre fatti sostanziali, creare occasioni lavorative. A farle eco il sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, promotore di questi “incontri formativi di consapevolezza”, espressione di una sfida di carattere culturale atta anche ad arginare le fragilità intrinseche del sistema.
«L’Università si deve occupare dell’educazione civile, politica ed etica dei giovani – ha affermato il rettore dell’Università degli studi di Salerno, Aurelio Tommasetti – abituandoli al senso della responsabilità ed entrando in relazione con il tessuto produttivo e sociale del territorio. C’è bisogno in primo luogo di educazione alla legalità». Legalità che trova ampia diffusione in un’informazione “che sradica i metodi che la sostengono” come affermato dall’avvocato Aniello Cosimato, presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Nocera Inferiore. Una strada in salita quella della lotta alla corruzione, che prevede molteplici strumenti normativi. A tal proposito l’analisi del dottor Antonio Cantarella, sostituito procuratore della Repubblica presso il tribunale di Salerno, che si è occupato de “la corruzione dopo la riforma della legge numero 190 del 2012″ soffermandosi sull’attività dell’ANAC, autorità amministrativa con ruolo di controllo, prevenzione e contrasto dei fenomeni corruttivi e sui sistemi degli appalti. «Io credo fermamente nella preminenza assoluta del momento educativo rispetto a quello repressivo: la prevenzione è l’aspetto fondamentale di una seria strategia di contrasto» ha aggiunto.
La dottoressa Giovanna Pacifico, giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Nocera Inferiore, si è incentrata, invece, sul reato di concussione le cui fattispecie sono state modificate dalla legge del 2012 con l’introduzione dell’articolo 319 quater del codice penale, inerente all’induzione indebita. Proprio di quest’ultimo argomento si è occupato più specificamente il professor Marco Naddeo, docente di diritto penale presso l’Università degli studi Link Campus University di Roma, che ha invitato ad una “complementare e armonica lettura di tutte le posizioni che sono socialmente chiamate a contrastare il fenomeno”.
A conclusione la trattazione da parte del professor Andrea Castaldo, docente ordinario di diritto penale all’Università degli studi di Salerno, sulla figura del “whistleblower”: dipendente pubblico che segnala illeciti, la cui tutela è stata rafforzata con l’entrata in vigore della legge Severino.

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