Ieri sera al Comune di Nocera Inferiore la presentazione del volume di Arturo Coscioni dedicato alla Polisportiva nocerina. Tanti ospiti, con aneddoti e memorie dal 1950 a oggi

di Marco Stile

La storia della Polisportiva Folgore in un libro. Si è tenuta ieri sera presso l’aula consiliare del Comune di Nocera Inferiore la presentazione di “La Folgore”, narrazione storica e sportiva scritta da Arturo Coscioni con protagonista la società nocerina, nata nel 1950 e attiva nelle sezioni pallacanestro e atletica.

Un libro pieno di passione, con aneddoti dal sapore unico, vissuti in prima persona dai protagonisti, alcuni dei quali presenti all’evento, che, come ammesso dallo stesso Coscioni, è stata “Un ritrovo tra tanti amici che ancora parlano di Lei, della nostra amata Folgore”.
Diversi, come detto, gli ospiti che hanno partecipato in maniera attiva alla presentazione, tra cui l’ex presidente Dino Iuliano: “La maglia viola è gloriosa. Per questa occasione speciale il primo annullo filatelico sportivo del 2017 in tutta Italia è il nostro, che consta di due cartoline postali, raffiguranti un podista e un cestista”. Così, invece, il sindaco di Nocera Inferiore Manlio Torquato: “Questo libro rappresenta la ricostruzione dell’identità cittadina che si è un po’ persa. Il nome è una scelta gloriosa, che rappresenta la storia d’Italia e incarna valori che le nuove generazioni hanno perso”, al quale fa eco Antonio Pecoraro: “La storia della Folgore è la storia della città di Nocera”.
Davvero costruttivo anche l’intervento dell’attuale vicepresidente gialloviola, Felice Ianniello: “Negli ultimi anni la situazione è molto diversa, rispetto allo spirito dei fondatori dell’associazione. Le attenzioni si sono rivolte altrove, e a Nocera non c’erano le condizioni logistiche per un campionato nazionale. Ma con gli Under 18, 17, 16 e 15 abbiamo vinto i campionati giovanili degli ultimi due anni. Loro sono la base per una struttura solida”.
Infine, a chiudere gli interventi non poteva che essere l’autore del libro, Arturo Coscioni: “Un ringraziamento a tutti quelli che hanno contribuito al libro, in primis mio figlio Francesco, così come tutta la mia famiglia. Sui primi venti anni di storia ho avuto un grosso supporto da un libro di papà, poi per il resto ho messo insieme memoria, racconti di amici, articoli di giornale. Un bel ricordo? Un torneo internazionale contro squadre che venivano da tutti i Paesi d’Europa. Di solito giocavamo in un campo scoperto. Non immaginate che gioia quando abbiamo giocato per la prima volta in una palestra…”.

 

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