Come i nostri avi trascorrevano le ricorrenze natalizie e cosa proponevano in tavola. La gustosa ricetta per preparare il dolce che non può mancare: gli struffoli

di Anna De Rosa

È piena di tradizioni da conservare per i nocerini la festa più amata dell’anno, il Natale. Costumi e folclore, ma anche piatti tradizionali e gustosi, tipici delle nostre zone.
La vigilia di Natale era destinata al cenone che a volte veniva diviso in due parti: a mezzogiorno si era soliti mangiare broccoli di Natale bolliti all’insalata e baccalà fritto o a “pizzelle”, latticini e mostaccioli.

A sera, invece, il pranzo, dopo le rituali linguine o vermicelli alle vongole, continuava con frittura di pesce, pesce in bianco, capitone (fritto o arrostito alla brace con foglie di alloro) con contorno di sottaceti, insalata di rinforzo a base di cavolfiori, olive di Gaeta e dolci. A Natale erano d’obbligo gli struffoli, i mostaccioli, le paste reali (a base di basta di mandorle) e i susamielli (pasta dolce di mandorla fatta a forma di esse).
A mezzanotte ci si recava in processione in tutta la casa con candele in mano, guidati da chi portava il Bambinello per poi deporlo nella mangiatoia e cantando “Tu scendi dalle stelle”. Dopocena si giocava a tombola e si mangiavano frutta secca e noci.
Il pranzo del giorno di Natale era ugualmente sontuoso e prendeva tagliolini al ragù e cappone arrostito, oltre ad altri piatti a base di carne, a frutta, dolci e così via. Santo Stefano (sacro ai minatori e cavapietre che lavoravano nelle tufare), “metteva un po’ d’ordine negli stomaci”,infatti, si mangiava cicoria in brodo.
Nei giorni dopo Natale era tradizionale rappresentare da attori dilettanti la “Cantata dei pastori”, opera teatrale che racconta la nascita di Gesù.  Il pranzo di fine anno, il cosiddetto cenone di Capodanno, ripeteva le pietanze della vigilia di Natale, ma con meno restrizione e con la presenza dei legumi, in particolare lenticchie, augurio di abbondanza e di denaro.
La mezzanotte era celebrata con fuochi e col lancio in strada di piatti sbrecciati, bottiglie vuote e altri oggetti malandati, questo rito serviva a scacciare tutti gli eventi negativi capitati nell’anno appena terminato e a simboleggiare l’ inizio di una vita nuova.
La chiusura del ciclo natalizio si aveva con: “l’ Epifania che tutte le feste porta via”. La tradizione imponeva il portare doni ai bambini buoni e il carbone e la cenere ai bambini discoli, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio. Il presepe sarebbe stato smontato solo dopo l’ Epifania, dopo che i re Magi fossero giunti alla grotta. In questo giorno era vietata qualsiasi tipo di attività:
«Oggi è Pasca a Bbefania,
nun se fila e nun se tesse,
nun se mette ‘o filo all’aco,
nun se vasa a ‘o nnammurato» .
La notte di Natale, sacra a Gesù Bambino, aveva anche una valenza magica: era la più indicata, ad esempio, per trasmettere la conoscenza di scongiuri e incantesimi. Si credeva anche che chi avesse avuto la mala sorte di nascere la notte di Natale, divenisse lupo mannaro, destinato a trasformarsi nelle notti di plenilunio. Se però qualcuno fosse allora riuscito a pungerlo e fargli uscire il sangue, sarebbe guarito.

Ricetta tradizionale degli struffoli

Ingredienti per 4 persone
450gr di farina 00
110gr di zucchero
75 gr di strutto
4 uova
Mezza buccia grattugiata di arancia
Mezza buccia grattugiata di limone
Mezza bustina di lievito per dolci
Olio extravergine di oliva per friggere
170gr di miele
150gr di canditi misti
Sale q.b.
Setacciate la farina e disponetela a fontana su una spianatoia, impastatela con uova, 60gr di zucchero, il burro, la buccia grattugiata di limone e arancia, un pizzico di sale e mezza bustina di lievito. Lavorate l’impasto a lungo, dategli la forma di una palla e fatelo riposare avvolto in un canovaccio per un’ora. Infarinate il piano di lavoro e lavorate l’impasto, tagliatene una piccola parte, lavoratela con le mani creandone un cilindro spesso e tagliate ogni cilindro con un coltello, creando dei rettangolini della lunghezza di circa un centimetro.
Prima della frittura, porli in un setaccio e scuoterli in modo da eliminare la farina in eccesso. Friggeteli pochi alla volta in abbondante olio bollente: prelevateli gonfi e dorati, non particolarmente coloriti. Sgocciolateli e depositateli ad asciugare su carta assorbente da cucina.
In una casseruola, versare il miele, lo zucchero restante e 3 cucchiai d’acqua. Portate ad ebollizione, mescolando continuamente; cuocete fino a quando il composto inizia ad addensarsi e assume un aspetto lucido e dorato. Diminuite la fiamma del fornello e versate gli struffoli nello sciroppo, voltandoli delicatamente per far si che si avvolgano bene nel miele senza sfaldarsi. Decorare con i canditi.

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