Terzo e ultimo incontro del ciclo di seminari interattivi “Attraverso filosofia e psicologia”. Alta la partecipazione e numerosi gli interventi dei presenti

di Antonietta Rosamilia

Si è svolto ieri, presso la biblioteca comunale “Pucci”, l’ultimo incontro del ciclo di seminari interattivi “Attraverso filosofia e psicologia” condotti da quattro esperti, docenti e psicoterapeuti, e coordinati dalla direttrice della struttura, Nicla Iacovino. Dopo aver affrontato il tema della dipendenza e quello della dipendenza affettiva, il terzo appuntamento si è concentrato su “Dipendenza e/o felicità”.

Soddisfazione nelle parole dell’assessore alla cultura Maria Laura Vigliar: «Noto con piacere che il pubblico è sempre più numeroso e soprattutto la presenza di molti giovani – ha dichiarato, ipotizzando la possibilità di reperire locali più ampi e spaziosi per questo tipo d’iniziative – grazie al lavoro svolto dalla dottoressa Nicla Iacovino la biblioteca è diventata un centro d’aggregazione. Sono tante le iniziative in cantiere».
È seguito l’intervento introduttivo di Luciana Desiderio, docente di storia e filosofia: «Questo tema è complesso – ha affermato – Siamo convinti di non avere mai abbastanza per essere felici. Rincorriamo continuamente l’idea della felicità quindi dipendiamo da questa. Proprio nei paesi occidentali, dove il benessere è maggiore, si è infelici. C’è un numero importante di consumo di psicofarmaci, nel nord Europa sono in aumento il suicidio e la depressione giovanile». Pasquale Rossi, psicologo clinico e psicoterapeuta, ha analizzato alcuni stadi che somigliano alla felicità ma non la descrivono completamente: soddisfazione, gioia, beatitudine. L’esperto ha anche spiegato la relazione tra quest’emozione e la dipendenza: «In tutte le dipendenze, da quelle da sostanze a quelle relazionali alla dipendenza dal gioco, c’è una fase iniziale molto simile all’innamoramento in cui si stabilisce quasi un rapporto d’amore e un’illusione di felicità». Lo psicologo e psicoterapeuta relazionale Benito Petrone, attingendo dalla sua esperienza nella cura delle dipendenze da sostanza, ha invece spiegato come le nostre abitudini creano dipendenza poiché strutturano la nostra identità e ci danno un senso di appagamento. In conclusione Carlo Di Legge, docente e dirigente scolastico, ha provato a dare una definizione di felicità e di libertà, soffermandosi sul fatto che anche in momenti di grave indigenza fisica ed economica si possono provare attimi di felicità. Condividere, essere se stessi, ricercare il piacere nelle piccole cose, sono solo alcuni dei suggerimenti forniti dagli esperti. Sono stati numerosi gli interventi dei partecipanti che hanno indotto nuovi spunti di riflessione e creato una discussione chiarificatrice e costruttiva.

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