Un presidente che spaventa il mondo. Si chiama Donald Trump e da qualche ora ha avuto la conferma che sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca: il 45esimo.

Le reazioni nel mondo?
«Forse sarà meno eversivo di come è apparso in campagna elettorale. Mi chiedo però – sostiene il direttore di Repubblica Mario Calabresi in una intervista video sul suo giornale – che impatto possa avere la sua elezione nel resto del mondo. Se il presidente ungherese Orbán si sentiva già autorizzato a voltare le spalle all’Europa, ora è completamente sdoganato dal presidente Usa».
Il presidente francese François Hollande parla apertamente dell’apertura di un periodo di incertezza, mentre esulta Putin che vede imminente un disgelo nei rapporti. Ed esultano anche Marine Le Pen e tutti i rappresentanti delle destre europee, ma anche Erdogan e il premier indiano Modi. A Bruxelles, ed in Germania, vi è una grande preoccupazione. E la Cina?
All’inizio del 2016 il debito pubblico federale americano ha raggiunto i 19.200 miliardi di dollari, pari a circa il 105% del Pil. Alla fine del 2007 era di 9.200 miliardi pari al 65% del Prodotto interno lordo. Di questo debito La Cina, da sola, ne ha 1250 miliardi, mentre 1.133 sono nelle mani del Giappone. Che futuro per un’economia che, volente o nolente, influenza quelle dell’intero mondo?
Ci metteremo ben poco a scoprirlo. Intanto consoliamoci con gli show dei comici italiani: Grillo invoca il voto a Trump come grande “vaffa”, Salvini gli fa eco sostenendo che il genovese avesse sputato, fino a ieri, sul neopresidente. E Renzi? Pare avesse pronta una lettera di felicitazioni per la Clinton (vittima dell’esser troppo dentro al potere, secondo gli osservaztori politici internazionali), ora sarà costretto a fare “buon viso a cattivo gioco”. Perché siamo ancora un Paese Usa-dipendente.

Gigi Di Mauro

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