Cimitero 002

Il legame antico tra i familiari e il defunto e i riti del 2 novembre. Le credenze popolari, il posto vuoto a tavola e le esequie dei bambini
di Anna De Rosa

Il giorno dei morti le anime dei defunti tornavano sulla terra per restarvi fino all’ Epifania: così credevano i nocerini. Si riteneva che la loro presenza dovesse essere ricordata ogni sera. Si lasciava, infatti, la tavola apparecchiata col cibo nel piatto, in modo che l’anima potesse ristorarsi del lungo cammino o si potesse rassicurare delle condizioni economiche agiate della famiglia.

Si preparava, solitamente, il nocciolato, ossia “mandorle atterrate”, che erano considerate simbolo di vita e di abbondanza; oltre a questo dolci vari con lo zucchero fuso a forma di ossa.
In origine i funerali avevano una solennità maggiore rispetto quella attuale. Si seguiva il morto, all’uscita della chiesa, fino al cimitero. Con il tempo poi divenne usuale fermarsi alla Rendola. Oggi, invece, si segue il morto fino alla fine di via Fucilari. Il feretro e il corteo funebre erano seguiti molto spesso da una banda che scandiva i momenti del funerale. Suggestivi erano i funerali dei bambini, la cui bara veniva portata a spalla e si lanciavano fiori e confetti al seguito di un corteo di bambini vestiti da Prima Comunione. 
Si celebrava la ricorrenza portando fiori alle tombe dei propri cari e accendendo ceri. I morti così restavano legati ai vivi: potevano comparire in sogno per dar loro avvertimenti, consigli o magari un terno fortunato. Forte era la convinzione che alcune anime, per colpe varie, non raggiungessero subito il Purgatorio, ma restassero sulla terra a riparare il torto causato. La giornata del 2 novembre era caratterizzata dalla permanenza per tutta la giornata fino alle ore 18, ora di chiusura del cimitero, dei familiari vestiti e agghindati di tutto punto presso la tomba dei defunti. Destino diverso era previsto per i morti suicidi, che non potevano essere seppelliti in terra consacrata: anticamente venivano sotterrati alle spalle della chiesa di Piedimonte; questo valeva anche per attori e prostitute. Di tali sepolture, però, non è rimasta traccia.

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