Riparte la rassegna “L’Essere e l’Umano” ideata da Simona Tortora con uno spettacolo prodotto da due giganti del teatro italiano, vincitori anche del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia
Venerdì sera alle 20:45, nella cornice del teatro Diana di Nocera Inferiore, andrà in scena “Pitecus” del duo, Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia 2018, Antonio Rezza e Flavia Mastrella. Lo spettacolo è inserito nella rassegna “L’Essere e l’Umano” di Artenauta Teatro ideata da Simona Tortora, con l’organizzazione di Giuseppe Citarella e il patrocinio del Comune di Nocera Inferiore.
“Pitecus” è uno spettacolo visionario e coinvolgente, capace di raccontare il presente attraverso una sequela di personaggi anomali, brutti e cattivi, specchio della società contemporanea, il tutto inserito in un contesto visivo di impatto. Per analizzare “Pitecus” abbiamo fatto una chiacchierata con Antonio Rezza e Flavia Mastrella.
Lo spettacolo è di 30 anni fa ma è sempre attuale perché i temi sono sempre attuali. Bisognerebbe rivolgersi a quella che era la nostra mentalità di 30 anni fa per capire come è nato. Certo è stato anche realizzato per dei posti piccoli anche con un pubblico “indisciplinato” che frequentavamo all’inizio. Pitecus è la nostra avanguardia, tutto parte da lì. C’è chi va più lento e chi va più veloce ma a volte dicendoti che sei troppo avanti si dà dell’imbecille al pubblico come se non fosse capace di capire, ma non è vero. C’è il pregiudizio che le cose belle non vengono percepite da chi le guarda. Quando sei giovane devi cercare strade innovative, non puoi fare cose che hanno già fatto altri.
Nemmeno troppo rispetto ad altre cose che abbiamo fatto!
Proveremo a far ridere perché far piangere il pubblico è scorretto, più facile e ipocrita.
Sono una settantina. Non può essere difficile: è il lavoro mio, la cosa che amo. Non posso che dire che è anche la cosa che faccio meglio. Se ti piace fare quello che fai riesci anche ad alimentarlo.
Dei personaggi forse Giovanna d’Arco perché viene bruciata ed è la più contemporanea!
Giriamo con 9 spettacoli e sono tutti rappresentati: significa ricordarli e conservare vivo ogni spettacolo fino a quando il corpo me lo consentirà. Sono esperienze di vita. Siamo indipendenti, liberi e per noi è un’eresia lasciare in soffitta questi spettacoli.
Il teatro deve essere pieno! Ogni spettacolo ha la sua importanza capitale!
Ora passiamo a intervistare Flavia Mastrella, artista visionaria e collaboratrice di Rezza sia per quanto riguarda la messa in scena che la scenografia.
È il primo lavoro che abbiamo fatto insieme. Vengo dal mondo dell’arte e ho inventato questi quadri di scena partendo dal mondo dei futuristi. Queste scene sono nate prima della drammaturgia delle parole ispirate a quello che vedevo: sono concepiti come se fossero una scultura. Fanno sia da scenografia che da costumi così, nell’architettura dello spettacolo, dettano il ritmo. Credo nella fusione delle arti: sono figlia degli anni 80 e lì con le contaminazioni abbiamo iniziato nelle gallerie d’arte
Quando lavoriamo sono l’occhio esterno: più che occhio dello spettatore, sono quella che chiamiamo regia! È un occhio attento. Io e Antonio non diciamo di un’idea “non mi piace” nessuno si permette di dire che una cosa non va bene. Ogni idea è buona ma il ritmo è importante e dunque è importante non distogliersi dall’idea principale. Poi ci facciamo delle gran litigate!
C’ho messo anni anche solo per prendere gli applausi! Quando c’è tanta gente mi spavento!
Forse il “Progettista di barriere architettoniche”: è più vicino al mio campo. È un cattivo, sembra un grillo medievale.
Per esempio ci sono quadri di scena realizzati con la tecnica Batik per colorare le stoffe e alcuni con intarsi d’epoca. Lavoro anche con i reperti che trovo per strada. Non ci manca niente forse solo l’organico. È importante vagare, studiare cose nuove. Devo parlare il linguaggio estetico del momento.
Per info e prenotazioni è possibile rivolgersi al botteghino del teatro Diana oppure telefonare al 3205591797 o al 3287892486.
Lo spettacolo inizierà alle 20:45. Alle ore 18 spazio alla mostra pittorica di Umberto Canfora per “Anteprima foyer”: la mostra dal titolo I Would Prefer Not To è ispirata al romanzo capolavoro di Herman Melville.