Dal primo ottobre non ci saranno più professionalità per gestirlo e per la sua operatività. Proposta la proroga delle attuali competenze fino al 31 dicembre

Possibile paralisi del Piano di Zona e difficoltà operative per la costituzione del nuovo sub ambito. Il sindaco di Corbara, Pietro Pentangelo, lancia l’allarme e chiede tutela per le fasce deboli e impegno della Regione e dei Comuni coinvolti. Il rischio concreto è un blocco totale dell’azione sociale dall’ormai prossimo 1 ottobre.

«Egregi colleghi, manifesto la mia preoccupazione per l’attuale situazione del Piano di Zona S1 – cosi scrive il sindaco di Corbara – Non mi dilungherò, elencando i passaggi istituzionali adottati che hanno determinando la situazione attuale, ma esprimo preoccupazione, come già fatto altre volte, per l’intervenuta suddivisione in sub ambiti e la loro rapida costituzione».
Nella lunga lettera indirizzata ai colleghi sindaci degli altri undici Comuni che avevano fatto parte finora del Piano di Zona S1 e per conoscenza all’assessorato  regionale alle Politiche Sociali, il primo cittadino di Corbara avanza seri dubbi sulla costituzione del sub ambito di cui dovrebbe far parte con Scafati capofila, Angri e Sant’Egidio del Monte Albino.
«Il Piano di Zona S1 è ormai alla quasi completa paralisi. L’inattività dell’azione sociale sarà palese dal 1 ottobre quando lo stesso Piano non avrà in organico alcuna professionalità cui demandare la gestione e la sua operatività». Così scrive Pentangelo che continua: «Rammento a voi e a me stesso che i servizi sociali rappresentano un presidio fondamentale della vita degli enti locali, in quanto alimentano un sistema di tutela e di salvaguardia delle categorie più deboli, la cui interruzione rappresenterebbe un vulnus non solo da un punto di vista giuridico ma anche etico».  
Fa poi delle proposte il sindaco di Corbara: «Per superare l’empasse, ritengo sia ineludibile un prolungamento delle competenze del Piano di Zona S1 almeno fino al 31 dicembre. A tal proposito sarebbe auspicabile un coinvolgimento  degli organi regionali competenti».

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