L’allarme che si è diffuso anche ieri tramite i social è del tutto privo di fondamento
Si è immediatamente sgonfiato il “caso” della “donna che riprende i bambini” all’esterno delle scuole a Nocera Inferiore.
L’allarme si era diffuso nella giornata all’esterno della scuola primaria del Quarto Istituto Comprensivo. Alcuni genitori presenti hanno immortalato una donna straniera col cellulare in mano che, a loro detta, riprendeva i bimbi all’uscita dalla scuola.
Il video, immediatamente postato sui social, ha rapidamente fatto il giro della città destando più di qualche preoccupazione tra mamme e padri anche di alunni che frequentano altri istituti scolastici.
Questa mattina, su sollecitazione del dirigente scolastico e degli stessi genitori, è arrivata anche una pattuglia dei Carabinieri a controllare la situazione all’esterno del plesso Marrazzo.
Da informazioni più accurate raccolte dalla nostra redazione si è trattato di un grandissimo equivoco. La donna, di circa 60 anni è originaria del Bangladesh, vive da diversi anni nel quartiere Casolla ed è in contatto costante tramite videochiamata coi suoi familiari e va semplicemente alla ricerca di un posto tranquillo dove poter comunicare con i suoi cari o dove trascorrere del tempo in assoluta tranquillità.
Il panico si è scatenato in maniera del tutto ingiustificata, come sottolineato anche da una dura nota del presidente di “Noi mamme” Imma Zinnia.
“Quello che è accaduto ieri fuori alla scuola di Casolla è semplicemente deplorevole.
Una donna, stigmatizzata per la sua etnia, è stata ingiustamente accusata di riprendere i bambini, senza alcuna prova.
È un segnale inquietante di come la discriminazione etnica possa degenerare in atti di violenza gratuita.
Ma ciò che più scandalizza è l’assenza di senso civico: invece di contattare le forze dell’ordine come previsto dall’art. 331 c.p.p. (obbligo di denuncia), alcune mamme hanno scelto di riprendere la scena per condividerla sui social!!
Questo comportamento non solo è moralmente inaccettabile, ma potrebbe configurare il reato di diffamazione (art. 595 c.p.) e oltretutto ignora anche i principi educativi di pedagogisti come Maria Montessori, che sottolineava l’importanza di educare i bambini al rispetto dell’altro e della dignità umana.
Invito tutti a fermare la diffusione di audio e video nelle chat e a lasciare che siano le autorità competenti, preposte alla tutela dell’ordine pubblico, a fare il loro lavoro. Ricordiamoci che il rispetto della dignità umana è garantito dalla nostra Costituzione, in particolare dall’art. 3, che sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzione di razza.
Esorto tutte le mamme a riflettere profondamente sull’accaduto e a porre fine a simili comportamenti imprudenti e lesivi.
Non è nostro compito sostituirci alle istituzioni o esporre il prossimo al giudizio sommario dei social. Il nostro dovere è quello di offrire ai nostri figli un esempio di rispetto e civiltà.
È indispensabile interrompere la diffusione di contenuti che alimentano il pregiudizio, promuovendo invece comportamenti improntati alla solidarietà, al dialogo e alla fiducia nelle autorità competenti”.