La colchicina che il fiore contiene è una sostanza tossica utile in medicina per combattere la gotta, ma può uccidere un essere umano in poche ore!
Con il coloratissimo mese di ottobre si cominciano le belle passeggiate in campagna, percorrendo strade bianche e piccoli sentieri a ridosso di ruscelli, laghetti e piccole macchie boschive.
L’invito viene istintivo a guardare curiosi tra l’erba, sia per i funghi, che per le castagne là dove ci sono. A ridosso le zolle d’erba nei fianchi dei sentieri, ma anche nei prati, è facile incontrare un fiore che incanta ed attira la nostra curiosità per la sua bellezza ed i suoi colori: è il Colchicum Autumnale, che come dice il suo nome è tipico di questo mese, ed assomiglia al pregiatissimo e nobile fiore di zafferano.
A vederlo è davvero una pianta graziosa: la distesa dei suoi fiori, di un viola chiaro sfumato, con i pistilli giallo arancione è davvero un’incanto, un’armonia per gli occhi. È un attimo fermarsi, colti dalla gioia di raccoglierne un mazzolino.
Ma non fatevi ingannare però, perché il suo aspetto innocuo nasconde un’insidia mortale: la colchicina, tanto utile in medicina contro la gotta, allo stato naturale è una sostanza tossica che può uccidere un essere umano in poche ore, ed è meglio evitare di toccarla, figuriamoci raccoglierla.
Il pericolo è soprattutto per i bambini, curiosi come sono, e per i ragazzi che magari intendono fare un cadeau alla propria fidanzatina con un mazzolino di fiori assai graziosi e delicati; anche i cani rischiano moltissimo con il loro “tartufo”: instancabili cercatori, mettono il loro naso dappertutto, annusando a più non posso. Ed è proprio nei pistilli del Colchicum Autumnale il concentrato mortale del loro veleno, che porterebbe l’animale a morte sicura. Molte sono le persone morte l’anno scorso, perché avevano scambiato il fiore per quello dello zafferano, inserendovi nel risotto da mantecare i pistilli dal tipico colore. L’effetto tossico è quasi immediato: prima si manifesta con bruciore alla gola, sete intensa, dolori gastrici, vomito, sudori freddi, crampi dolorosi, poi intervengono emorragie non controllabili, ipotensione e morte per insufficienza respiratoria o collasso cardiocircolatorio.