L’allenatore della Nocerina deluso per l’andamento del match in trasferta col Madrepietra Daunia: «Stavamo dominando, poi dei nostri errori hanno cambiato l’inerzia della partita». De Felice al settimo cielo: «Abbiamo fatto un’impresa»

di Domenico Pessolano

Inizia con il piede sbagliato la stagione della Nocerina, che perde tre a uno in trasferta all’esordio in campionato contro la matricola Madrepietra Daunia.

Amareggiato il tecnico dei rossoneri Vincenzo Maiuri, soprattutto per l’andamento del match: «Siamo tutti molto delusi, in particolare per il modo con cui questa sconfitta è maturata. Nei primi quaranta minuti abbiamo dominato nettamente, poi per via dei nostri errori l’inerzia della partita è clamorosamente cambiata e alla fine siamo stati battuti». Grosso rammarico per il secondo errore dal dischetto consecutivo di Daniele Nohman, che avrebbe potuto mettere in ghiaccio il risultato: «Capita a tutti i calciatori di sbagliare un rigore. Non bisogna sparare a zero contro Daniele, è un ragazzo dedito al lavoro e anche forte di una buona media realizzativa nei tiri dagli undici metri». Tralasciando la delusione per il risultato negativo, mister Maiuri pensa già al futuro immediato, che vedrà fra una settimana la Nocerina impegnata in casa contro i Laziali del Trastevere: «Adesso quello che conta più di qualsiasi cosa è riscattarsi subito. Dobbiamo far tesoro delle mancanze accusate in questo match e tornare in campo più forti di prima».
Di umore completamente opposto Severo De Felice, allenatore del Madrepietra Daunia, al debutto assoluto in Serie D: «Abbiamo fatto un’autentica impresa, giocando con le gambe e il cuore a mille. Il nostro punto di forza fondamentale è stato ritrovare energie mentali dopo il rigore fallito dai nostri avversari». Sarà forse questa la ricetta vincente dei Pugliesi, che hanno come obiettivo principale la salvezza tranquilla: «Non dobbiamo lasciarci distrarre da questi successi.» – ha detto il trainer di casa – «Puntiamo a un campionato tranquillo, nel quale il divertimento dovrà farla da padrone».

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