“La Nocerina, per il suo pubblico, non è soltanto una squadra da sostenere, ma è una vera e propria fede”, scriveva l’avvocato Francesco Maglione

di Anna De Rosa

E’ il primo febbraio 1910 quando un gruppo di giovani nocerini (Salvatore Buonocore, Gabriele Sellitti, Umberto Landolfi, Giuseppe Belsito, Manlio Spera, Oreste e Salvatore Gabola), animati dall’impulso di Carlo Cattapani, fondò l’Associazione Giovanile Nocerina, la famosa AGN.

Inizialmente la squadra era formata per lo più da atleti locali e il primo incontro si tenne nel novembre 1914. Il Risorgimento Nocerino dell’ epoca riporta la notizia di un «match di football disputato in Piazza d’Armi di Nocera dalla squadra di calcio dell’Associazione Giovanile Nocerina che batte per 1 a 0 una compagine della vicina Pagani, il Pagani FBC.».
Ma il primo “affronto” degno di nota si tenne il 31 luglio 1919, quando i molossi rossoneri batterono la Salernitana 3 a 1, dando il via al più avvincente derby provinciale.
Da qui si diede avvio all’attività calcistica della Nocerina nei campionati ufficiali, ma dopo un breve periodo, per problemi economici, l’AGN dovette uscire dalle competizioni ufficiali. Vi fece ritorno nel 1927, sotto la presidenza di Gabriele Sellitti, che nel 1928 incontrò per la prima volta la squadra del Napoli, contro la quale vinse 1 a 0. Qui si meritano per l’appunto l’appellativo di “molossi” paragonati ad essi da un cronista napoletano di fronte la forte determinazione dei giocatori.
Da allora vi fu un periodo di grandi successi, grazie anche all’allenatore ungherese Ernest (Ernő) Erbstein, che fece della Nocerina la squadra più forte della Campania, dopo il Napoli. Ma, causa l’abbandono di Erbstein e la grave crisi economica, la squadra fu nuovamente costretta a rinunciare ai campionati maggiori.
Grazie a Francesco Spinelli, Marco D’Alessio, Celentano e Domenico Siniscalchi, nel 1945 venne riorganizzata la società con l’ingresso di nuovi soci: Rocco Fasciani (medico sociale), Mimì Lamanna (segretario), Giuseppe Coscioni e Peppino Gambardella. Venne istituita una squadra di primissimo livello: vennero, infatti, acquistati molti giocatori professionisti, che dopo aver conquistato il campionato di serie C, arrivano a partecipare ad un esaltante campionato di serie B nel 1947.
Fu dopo circa trent’anni, di cui venti passati in serie minori, sotto la guida di don Antonio Orsini, che la Nocerina ritornò, per la seconda volta, in serie B, nel campionato 1977-78 condotto testa a testa con il Catania. Fu necessario, infatti, uno spareggio che si giocò a Catanzaro, dove le reti di Bozzi e Spada portarono la squadra nocerina in rimonta permettendogli di conquistare la promozione tra i cadetti.
Come in precedenza, però, dopo un solo torneo la squadra viene nuovamente retrocessa alla serie C e dopo l’abbandono di Orsini e il fallimento del 1988 si ritornò nelle categorie minori. Di rilevante importanza fu la partecipazione alla Coppa Italia dei “grandi”, dove la Nocerina fu inserita nel girone con Fiorentina, Monza, Taranto e Juventus, campione d’Italia in carica. Per i tifosi nocerini la partita a Torino al cospetto della Signora del calcio italiano era un sogno che diventava realtà.
Le stagioni calcistiche si susseguono senza grandi risultati, fino al campionato 92-93 che venne definito l’ “anno del riscatto”. In quell’ anno ci fu l’incontro con il Grottaminarda: le due squadre si scontrarono per lo spareggio al San Paolo di Napoli, alla presenza di oltre diecimila supporters molossi. La vittoria, decretata dalla rete di Sauro Magni, sancì la rinascita rossonera.
Finalmente l’annata bellissima! Nel torneo 2010-2011, in concomitanza con i festeggiamenti del centenario, con una squadra completamente rifatta, la Nocerina annienta tutte le sue rivali, ottenendo così la promozione in serie B per la terza volta.
«… Rivivrà, dunque, Nocera, le sue giornate di ardente passione sportiva? Se ricordiamo, o lettori, con che ardore il popolo di Nocera seguiva i suoi figli nelle ardue competizioni per un primato di forza e d’ intelletto dobbiamo rispondere: si, si, si! Quante sono state le ore di spasimo, di travaglio nell’ attesa e poi le giornate di gioia e di orgoglio per la vittoria! In tutti i ritrovi, nei caffè, non si parlava che di sport. Quel piccolo pallone di cuoio ci trasportava in un delirio senza fine, ci propagava la febbre contagiosa. Le domeniche festa ovunque…» Pasquale Lapiccerella dal Risorgimento Nocerino del 16 luglio 1927.

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