Sinistra italiana lancia l’allarme democrazia dopo la modifica dello statuto della Regione, che mette troppo potere nelle mani del presidente. «E’ l’anticipo di quel che farà anche Renzi»

«Il Consiglio regionale della Campania trasformato in dopolavoro. Nelle prossime ore esperiremo tutte le strade per capire se ci sono le condizioni per un referendum abrogativo di una norma a dir poco ignobile». È il commento al caldo del coordinatore della Campania di Si-Sel, Tonino Scala, dopo l’approvazione in seconda lettura dello statuto regionale.

Continua così la campagna di segnalazione delle “marachelle” di Vincenzo De Luca posta in essere dallo scrittore partenopeo che di recente è stato designato all’importante ruolo in una formazione politica che sta ponendo in essere al suo interno una vera rivoluzione cda cui nascerà Sinistra italiana, un nuovo soggetto politico che certamente non si propone di avere rapporti “amichevoli” con Renzi e il Pd.
«Lo avevamo denunciato nel mese di febbraio quando lo statuto veniva modificato in prima lettura. Oggi diventa legge e la mortificazione delle istituzioni democratiche appare un dato oggettivo». Scala denuncia l’atto del Consiglio regionale come “strano concetto di Democrazia: il Consiglio regionale della Campania cancella se stesso». E aggiunge: «Sono prove tecniche di regime? A nulla è servito l’appello lanciato nello scorso febbraio. Si è operata una modifica statutaria che estende il voto di fiducia a tutte le norme che la giunta ritiene di valore strategico. Una vera e propria deriva autoritaria che ha reso praticamente inutile votare per il rinnovo del Consiglio stesso. È un atto di una gravità inaudita e meraviglia come la stessa maggioranza abbia eseguito l’ordine del despota di Salerno». Per Sinistra italiana si tratta di «Un atto che mina lo stato di diritto, svilisce le opposizioni e consegna l’attività legislativa nelle mani di un solo uomo al comando. Sarà il presidente, infatti, non solo a dettare l’agenda, ma a decidere come devono essere i provvedimenti; poiché l’apposizione della fiducia cancella gli emendamenti e di riflesso anche le opposizioni stesse. La Regione, le istituzioni tutte, meritano rispetto e non possono essere trattate in questo modo». Scala lancia un allarme accorato: «Non si tratta ovviamente solo di questioni di maggioranza o opposizione. La vicenda è pericolosa anche da altri punti di vista: De Luca fa da apripista, seguirà la riforma Renzi-Boschi: stanno tornando i tempi bui?. Nelle prossime ore esperiremo tutte le strade per capire se ci sono ancora le condizioni per un referendum abrogativo di una norma a dir poco ignobile e mortificante».

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