Continua anche dopo il convegno di giovedì scorso il dibattito sulla sospensione della convenzione con il DAM, che sta provocando non pochi disagi ai cittadinini nocerini. Tutti concordi sul sollecitare Regione e Asl per il ripristino della terapia salvavita. La dottoressa Teresa Cuomo spiega in dettaglio come è nato il disservizio
di Gigi Di Mauro
Non si spengono gli echi del convegno sul blocco della radioterapia nell’Agro tenutosi giovedì 16 gennaio a Palazzo di città, risoltosi per il momento con la decisione di redigere un documento comune tra associazioni, partiti, autorità che sia programmatico per la qualità dei servizi sanitari nell’Agro e per sollecitare ulteriormente la restituzione della radioterapia alla città.
In mancanza di una struttura pubblica, per 11 anni i nocerini si sono avvalsi delle prestazioni del centro DAM, al quale accedevano dietro prescrizione ospedaliera.
«Debbo dare atto – ci spiega la dottoressa Teresa Cuomo, consigliere comunale e presidente della Commissione Sanità di Palazzo di città – che il sindaco Torquato fu tempestivo, e già lo scorso 12 luglio con una sua nota esprimeva al Direttore generale dell’Asl la sua preoccupazione relativamente alla sospensione delle prestazioni di radioterapia, in seguito all’interruzione del rapporto di collaborazione/convenzione tra l’Asl e la struttura privata polidiagnostica nocerina, sottolineando l’efficienza, l’efficacia e l’appropriatezza delle prestazioni oltre che il risparmio per l’Asl stessa del 20 per cento rispetto al tariffario vigente per questo tipo di prestazione, in perfetta sintonia con la spending review. Il dottor Squillante espresse piena condivisione delle nostre preoccupazioni, e rassicurò che era in corso di pubblicazione un avviso pubblico per una manifestazione d’interesse».
Ovviamente questo avviso non vi è mai stato, e da allora si sono succedute una serie di iniziative che sono poi sfociate nel convegno del 16. Tra queste quella di Vincenzo Stile, Pd, che con una lettera al Governatore della Campania Stefano Caldoro chiese il ripristino della radioterapia.
«Va sottolineato – ci dice il dottore Stile – che non si può ignorare il lavoro svolto in questi 11 anni dalla radioterapia dell’istituto DAM di Nocera Inferiore, che, con l’oncologia ospedaliera, aveva contribuito ad assicurare un servizio di alta efficienza clinico – terapeutica ai pazienti ricoverati dell’Agro Nocerino Sarnese, realizzando così un modello di integrazione ospedale-territorio e pubblico-privato che anticipava i dettami delle linee guida sulle quali si muoverà la gestione della sanità in Italia: abbattere i costi, con provvedimenti strutturali e non tagli lineari, per dare più servizi a costi inferiori seguendo i cardini del lean manufacturing.
Inoltre – continua il pediatra nocerino – era iniziata da qualche anno un’attività scientifica di ricerca sia con il reparto di otorinolaringoiatria, con protocolli post chirurgici per i pazienti con tumori della regione testa /collo, quanto con la stessa oncologia medica, per i tumori del polmone. Infatti, si effettuavano terapie combinate chemio/radio che assicuravano migliori risultati in termini di riduzione della malattia».
I pazienti in questi mesi di sospensione sono stati sottoposti a gravi disagi, sia economici che familiari, dovendosi spostare in altre strutture campane e vedendosi privare, tra l’altro, del rapporto anche di benessere psicologico che sorge quando si viene curati in una struttura accogliente e conosciuta.
«Ci sono delle domande a cui non trovo risposta – ci dice ancora Teresa Cuomo – e che ho posto anche nel corso del convegno: perche’ interrompere il rapporto di convenzione con l’unico centro di radioterapia dell’agro senza creare un percorso alternativo valido? E perche’ rinunciare ad una collaborazione di alto livello professionale e scientifico? Tra l’altro è del 14 gennaio la pubblicazione della delibera regionale numero 128 del 30 dicembre 2013 che sancisce in maniera chiara ed inequivocabile che la radioterapia e’ una terapia salvavita. E dai conti regionali, che hanno provveduto alla determinazione del fabbisogno regionale degli acceleratori lineari, ce ne vorrebbero 40 mentre ne esistono solo 25, di cui 15 privati. E il piano di distribuzione degli ulteriori Linac lascia scoperta l’area nord cioè l’agro-nocerino-sarnese».
Pasquale Milite del Movimento 5 Stelle, che Teresa Cuomo ha voluto partecipasse alle riunioni della Commissione Sanità, sulla questione ha le idee chiare: «Il servizio di radioterapia non deve essere materia di speculazione politica, così come si è fatto, e si sta facendo ancora oggi, in merito allo smembramento di interi reparti dell’ospedale nocerino per favorire l’apertura di quelli che dovevano essere semplicemente presidi di pronto soccorso, vedi l’ospedale di Scafati. Quello che a Pagani chiamano “Polo Oncologico” non è stato altro che il trasferimento, seppur guadagnandone in termini di qualità, del reparto che prima era nell’ospedale di Nocera ed al quale mancano servizi importanti per il completamento: diagnostica e terapia in particolare».
«La proposta finale – conclude la presidente della Commissione Sanità del Comune di Nocera – è di redigere un documento comune in cui si chiede al governatore Caldoro ed ai sub-commissari Mario Morlacco ed Ettore Cinque il ripristino immediato delle prestazioni di radioterapia nel nostro territorio, nell’attesa che vengano accreditati i centri interessati che parteciperanno alla gara, e l’installazione del secondo accelleratore nell’ambito della nostra Asl. Ma io ho proposto anche di gettare le basi fin da oggi per la costituzione della commissione sanitaria unica dell’agro: l’Agro Nocerino Sarnese va tutelato, e solo unendo le forze che potremmo salvaguardare il diritto alla salute dei nostri familiari».