Francesco Pellizzari dirige uno spettacolo ispirato all’omonimo testo di Erri De Luca; si comincia sabato 2 e domenica 3 marzo per poi proseguire il 9, 10, 16,17, 23 e 24
di Fabrizio Manfredonia
Dopo la rassegna “Sipario Aperto sulla musica” che ha caratterizzato il mese di febbraio, al teatro La Locandina di Pagani si riparte con uno spettacolo ispirato al testo di Erri De Luca “Morso di luna nuova” diretto da Francesco Pellizzari. Partendo dalla narrazione delle quattro giornate di Napoli dello scrittore, il gruppo di attori del teatro paganese e de “la maison de artistes” ha avviato un processo creativo e laboratoriale in cui le azioni sono messe al servizio della parola e dove la suggestione, uditiva o visiva che sia, serve a rendere lo spettatore parte del tutto. Nella recitazione, ampio spazio sarà dato alla musica, tra Vinicio Capossela e Fabrizio De Andrè, e all’arte di Caravaggio e di Pablo Picasso.
«Il testo di De Luca narra le vicende tormentate dei bombardamenti che, durante la Seconda guerra mondiale, culminarono nelle quattro giornate di Napoli- scrive il regista Francesco Pellizzari- in scena nove personaggi costretti a ripararsi in uno dei tanti ricoveri di Napoli. Sullo sfondo la guerra. Ho voluto collocare il punto di vista dello spettatore esternamente al rifugio, in modo da riflettere sulla posizione della visione occidentale rispetto alle guerre contemporanee. Oggi, fortunatamente, abbiamo un punto di vista esterno dei conflitti e la nostra percezione viene plasmata dalle immagini dei mezzi di comunicazione, proprio come, nel “mito della caverna” di Platone, gli schiavi percepivano la realtà attraverso le ombre proiettate sulle pareti. Mi è sembrato quindi naturale, partendo dalla narrazione realistica del testo, dirottare lo spettatore su un piano trascendentale lasciandolo insinuare tra le pieghe del surreale». Abbiamo fatto una chiacchierata con Roberto Monte che ha curato scenografia e non solo di “Morso di luna nuova” per approfondire quello che sarà messo in scena da sabato 2 e domenica 3 marzo. Partiamo del testo, come siete intervenuti sulla drammaturgia?«La drammaturgia è quella di Erri De Luca: abbiamo lavorato soprattutto su che intenzioni dare al gesto. Nella prima fase, per circa un mese, ci siamo concentrati sul testo attraverso delle letture neutre, senza interpretazione, perché volevamo che fosse compreso per intero. Il testo in sé resta quasi del tutto fedele, abbiamo tagliato, abbiamo “asciugato”, accorpando alcuni dialoghi, per esempio per creare monologhi capaci di dare maggiore forza ai personaggi». Cosa vedremo in scena? «Per la nostra lettura, l’intenzione è stata quella di creare tre tempi diversi e contemporanei, tre momenti ben definiti, tre “stanze”. Ci saranno poi dei momenti onirici e atemporali. La scena è completamente aperta, non ci sono finzioni, tutto quello che accade, fuori e dentro la gabbia, è teatro. Abbiamo interpretato il rifugio come una gabbia: in fondo scappare in un rifugio è una costrizione mentre la guerra la fanno i grandi. Anche nel testo di De Luca c’è una gabbia che un personaggio, Biagio, porta sempre con sé con all’interno un uccellino: sarà un personaggio chiave nella rappresentazione. La gabbia non è solo metaforica, ci sarà una rete vera, come una parete, davanti alla scena».
Lo spettacolo sarà rappresentato sabato 2, 9, 16 e 23 marzo alle 21 e domenica 3,10, 17 e 24 marzo alle 18:30. Per avere informazioni e prenotare è possibile telefonare al 329 944 74 97, al 328 871 25 63 o al 3206824138 o ancora visitare il sito www.teatrolalocandina.com.