Il presule, di origine nocerina, ha tenuto nella città del castello doriano una lectio esegetica sulla “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco

 

di Luigi Novi

«Io, qui con voi, ho imparato ad amare la Chiesa». Con queste parole, presso la chiesa Santa Maria delle Grazie di Angri, mons. Francesco Alfano ha riempito i cuori dei tantissimi fedeli accorsi per ascoltare la Lectio esegetica sulla lettera apostolica, Evangelii Gaudium di Papa Francesco. Don Franco, come la comunità angrese ama chiamarlo, si è presentato in una chiesa gremita sia dai fedeli della comunità della parrocchia Santa Maria delle Grazie, dove ha operato come sacerdote per sedici anni, sia da tanti fedeli provenienti dall’intera forania di Angri, da ogni luogo dell’Agro Nocerino Sarnese, soprattutto dalla città di Nocera Inferiore, dove è nato e vissuto la sue prime esperienze sacerdotali, ma anche da Solofra e Sorrento. Il tutto a testimonianza che, dovunque è andato, monsignor Alfano ha sempre seminato bene. Ad accoglierlo don Domenico, suo successore e monsignor Gioacchino Illiano, vescovo emerito della Diocesi Nocera – Sarno. Alfano, attualmente vescovo dell’arcidiocesi Sorrento – Castellammare, ha illustrato sapientemente, ad una platea che pendeva dalle sue labbra, i contenuti dell’esortazione apostolica, sottolineando come Papa Bergoglio, con l’Evangelii Gaudium, ci chiama ad essere veri educatori. «La lettera – ha sottolineato il presule – invita a recuperare la freschezza del vangelo trovando nuove strade e metodi creativi. L’appello rivolto a tutti i cristiani è quello di uscire dalla propria comodità e avere il coraggio  di raggiungere le periferie  che hanno bisogno della luce del vangelo». Don Franco ha poi spiegato che l’unica misura della storia è la verità della Croce, mettendo in evidenza come, in questi mesi, Papa Francesco abbia scosso l’impigrimento e l’egocentrismo clericale, ma anche la rassegnazione, la tristezza negli occhi di troppo cristiani, occupati a difendersi dal mondo, quasi fossero soverchiati dal male e allontanato diagnosi oscure e apocalittiche di una chiesa fredda, seppellita sotto cumuli di abitudini quotidiane. «La Chiesa – ha concluso il vescovo di Sorrento – non sia un rifugio per gente triste, ma una casa di gioia, una gioia che trova la sua ragione nel sapersi accolti e amati da Dio».  Non poteva ricevere dunque regalo più bello la comunità della parrocchia Santa Maria delle Grazie, che ha atteso l’evento con gioia e commozione. 

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