Impedire alla consorte di prelevare dal conto corrente comune integra il reato di maltrattamenti in famiglia, ai sensi dell’articolo 572 del codice penale
di Rosa Soldani
Il bancomat: uno strumento di prelievo di contante veloce e facile da utilizzare, che consente di evitare le estenuanti file agli sportelli di banche ed uffici postali, sempre troppo affollati.
Con buona pace dei bambini, la cui idea è che il bancomat elargisca denaro a profusione di provenienza probabilmente extraterrestre, gli adulti sanno che non è proprio così che funziona e che, in qualche modo, la semplicità con cui è possibile effettuare prelievi viene ad essere direttamente proporzionale alla facilità di spesa, rendendo talvolta necessario ricorrere al rimedio di una maggiore parsimonia, soprattutto perché il bancomat è utilizzabile anche come carta di credito. Ma attenzione, se i mariti preoccupati della maestria delle consorti nell’uso del bancomat pensano di poter sottrarre loro il «corpo del reato», sappiano che corrono il rischio di commettere essi stessi un reato!
La Corte di Cassazione, con sentenza 18937 del 6 maggio 2016, ha reputato idoneo ad integrare la condotta sanzionata dall’articolo 572 del codice penale, rubricata «maltrattamenti in famiglia», il comportamento di un marito che aveva sottratto alla moglie la carta bancomat rendendole impossibile prelevare contante dal conto corrente comune. La Suprema Corte ha infatti ritenuto questo atteggiamento lesivo della dignità personale, paragonandolo a condotte criminose quali insulti o violenze. Nel caso di specie l’uomo aveva impedito alla moglie di utilizzare il bancomat per prelievi finalizzati al sostentamento della famiglia, per esigenze dunque necessarie e non superflue. Ma è pur vero che, quando si parla di sostentamento e di mantenimento del nucleo familiare, è molto difficile stabilire il limite del suo fabbisogno, soprattutto quando ci sono bambini. Perciò, mariti, al di là dalla situazione lavorativa e dell’indipendenza delle vostre mogli, non pensiate di poter privare loro dei bancomat tanto facilmente, anche perché, nel pieno rispetto delle situazioni più difficili e gravi come quella oggetto della sentenza, tutto sommato chi può dire che quelle scarpe rosse in vetrina non siano una imprescindibile necessità?