Scopriamo la fantasiosa nascita di Lucifero, Berfagor e Belzebù, elementi usati per ricreare nel cristianesimo la lotta zoroastriana tra il bene e il male. E dormiamo tranquilli: non esiste l’Inferno!
Quando la Bibbia è finita nelle mani della Chiesa, è sorta la necessità di creare la controparte cattiva di Dio, quella che tenta l’uomo, porta il male nel mondo, in modo da giustificare il fatto che, seguendo le leggi divine, si potesse approdare alla salvezza dell’anima. Sono nati così Satana e i suoi compagni di merende Belfagor, Belzebù e via su questa strada.
In realtà, Satana, o meglio, il satàn, termine la cui traduzione letterale è “avversario”, che nella Bibbia è nominato 18 volte, null’altro è, generalmente, che una sorta di “incarico a tempo” assegnato di volta in volta ad una persona (o a un Elohìm) che, terminato il suo compito, cessa di essere satàn.
In 1Samuele 29, al versetto 4, il termine satàn è addirittura attribuito a Re Davide, dalla cui genia, ricordiamolo, discende Gesù!: “I capi dei Filistei furono tutti contro di lui e gli intimarono: «Rimanda quest’uomo: torni al luogo che gli hai assegnato. Non venga con noi in guerra, perché non diventi nostro nemico (satàn) durante il combattimento».
Uno studioso italiano, Mauro Biglino, ma non è il solo, sul diavolo scrive: “Nel libro di Giobbe la figura del satàn assume una valenza notevole e svolge un certo numero di azioni importanti che si possono riassumere nel ruolo di accusatore e di tentatore nei confronti di quell’uomo pio.
Si comporta con lui da nemico e lo fa al fine di dimostrare che la devozione di Giobbe è motivata esclusivamente dalle fortune materiali di cui l’Elohìm gli consente di godere. Il capitolo 1 narra che un giorno i figli degli Elohìm si sono presentati di fronte a Yahweh e che «venne anche-il-satana tra(con)-essi»“.
Non sono pochi gli studiosi (in Italia ancora Biglino ma anche Stefania Tosi) che hanno evidenziato come il termine Lucifero sia un errore di traduzione perpetrato nelle traduzioni, ed in cui è incorso anche San Gerolamo nella sua Vulgata. Il termine origina da uno scritto satirico contenuto in Isaia 14, diretto ad un personaggio che pensava di diventare più importante di Elyon (il capo degli Elohìm) tradotto sempre nella Bibbia con “Altissimo”. Il personaggio potrebbe essere Nabonedo, il re di Babilonia che evidentemente aveva grandi ambizioni ma che fu sconfitto da Ciro il Grande, il quale nel 539 consentì il ritorno degli Ebrei in Palestina meritando il titolo di Messia, cioè liberatore del popolo di Israele. Questi i versi da cui la Chiesa avrebbe tratto le sue elaborazioni luciferiane:
“Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell’aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli? Eppure tu pensavi: salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell’assemblea, nelle parti più remote del settentrione. Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo”.
Curiosissima poi la nascita dei nomi Belfagor e Belzebù. In Numeri 25, versi 1-5, si legge: “Mentre Israele si trovava a Scittim, il popolo cominciò a darsi alla fornicazione con le figlie di Moab. Esse invitarono il popolo ai sacrifici dei loro dèi, e il popolo mangiò e si prostrò davanti ai loro dèi. Così Israele si unì a Baal-Peor, e l’ira dell’Eterno si accese contro Israele. L’Eterno quindi disse a Mosè: «Prendi tutti i capi del popolo e falli uccidere ed impiccare davanti all’Eterno all’aperto, in pieno sole, affinché l’ardente ira dell’Eterno si allontani da Israele». Così Mosè disse ai giudici d’Israele: «Ciascuno di voi uccida dei suoi uomini coloro che si sono uniti a Baal-Peor»”.
Baal-Peor, che era l’Elohìm dei Moabiti, pare facesse praticare ai suoi molto sesso, come descrive Numeri 25 (1-8). Questo nome in greco è stato translitterato in Balfegor, e poi è diventato il Belfagor a noi noto.
Di Baal ve ne sono davvero tanti citati nella Bibbia. Tra essi Baal-Zebub, che troviamo in 2Re 1, dove leggiamo: “Acazia cadde dalla finestra del piano di sopra in Samaria e rimase ferito. Allora inviò messaggeri con quest’ordine: «Andate e interrogate Baal-Zebub, dio di Ekròn, per sapere se guarirò da questa infermità». Ora l’angelo del Signore disse a Elia il Tisbita: «Su, va’ incontro ai messaggeri del re di Samaria. Di’ loro: Non c’è forse un Dio in Israele, perché andiate a interrogare Baal-Zebub, dio di Ekròn? Pertanto così dice il Signore: Dal letto, in cui sei salito, non scenderai, ma di certo morirai». Ed Elia se ne andò”.
Ed è questo che per noi è diventato Belzebù, che con il “dio di Ekròn” davvero non c’entra nulla.
Per saperne di più: https://sguardoasion.com/2017/11/27/satana-secondo-la-bibbia-ebraica-parte-1/