La Nocera sportiva torna grande con i successi delle formazioni locali di calcio e pallacanestro. Rossoneri e gialloviola conquistano la Serie D, facendo riscoppiare l’amore

di Marco Stile

Un assioma della geometria euclidea recita così: “Due rette parallele non si incontreranno in nessun punto del piano”. Principio assunto come valido dalla maggior parte delle scuole di pensiero matematiche. È applicabile anche allo sport? Forse.

Questa è la storia di due mondi che hanno davvero poco a che vedere l’uno con l’altro. Su un pianeta si gioca a calcio: il Città di Nocera ha raccolto in questa stagione sportiva la naturale eredità della Nocerina, facendo centro al primo colpo. La compagine allenata da Vincenzo Maiuri ha infatti vinto il torneo di Eccellenza Campania, il quinto livello del campionato di calcio italiano, per approdare in Serie D. Davanti agli occhi scorrono le immagini di svariate battaglie memorabili, una su tutte: la sfida casalinga con l’FC Sorrento (Sant’Agnello, per tutti), seguita da circa quattromila appassionati (!), probabilmente un unicum nella categoria.
Ma tutto questo cosa c’entra con la pallacanestro? Già, perché in teoria staremmo parlando di una formazione cestistica: la Polisportiva Folgore Nocera è impegnata in attività agonistica di atletica leggera e, per l’appunto, della palla a spicchi. È davvero possibile fare una similitudine tra due realtà completamente diverse tra di loro? Senza dubbio è stata una stagione foriera di successi anche per la squadra di Marco Palomba: i gialloviola hanno sbaragliato la concorrenza nella stagione regolare del Girone A di Promozione Campania, trionfando in due battute ai playoff contro l’AICS Caserta. La Viola non ha mai avuto reali concorrenti durante tutto l’arco del campionato: una vera e propria schiacciasassi.
Tiriamo le somme. Un fattore salta subito all’occhio. Quale? Anche la Folgore, come il Città di Nocera, è approdato in Serie D, che in quest’ultimo caso rappresenta la quinta serie cestistica italiana. Questo potrebbe essere il paragone più banale. A volersi soffermare meglio sulla questione, entrambe le squadre sono delle fenici. La Folgore è risorta dalle proprie ceneri nel 2013, iscrivendosi al campionato di Promozione unicamente per dare spazio ai propri giovani. Per continuare a vivere, per non permettere al cuore a spicchi di cessare di battere. Proprio come il rossonero bicolore che dà un senso alle nostre domeniche di calcio.
Ma se c’è una cosa che si percepisce nell’aria al crepuscolo di questi due cammini paralleli è una: l’amore per la propria città. All’ultimo impegno casalingo della Viola contro Caserta la Tendostruttura, seppur di capienza modesta, era traboccante di entusiasmo. Proprio come il “San Francesco”. La Nocera sportiva ha voglia di riemergere, ed è partita dal basso. Due creature della città capofila dell’Agro stanno per tornare grandi. E lo stanno facendo nel modo più bello che c’è: attraverso la passione della gente. D’altronde, che senso avrebbe tutto ciò senza amore?

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