Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, in replica alla nota stampa del consigliere Antonio Iannello

di Manlio Torquato

Giuro che è l’ultima volta, ma l’ennesima filippica di Antonio merita una risposta seria. Anche perché l’idea è che sia finito avviluppato, col suo omonimo, in un incubo del passato dal quale non riesce a uscire più. Perché sarà pure iniziata la campagna elettorale, ma la politica è una cosa seria che va sottratta alle battute, all’involontaria comicità del momento. Allora, provo io per l’ultima volta a tirarti dalle secche del “passatismo”, da quella parabola che, come per i vecchi ai giardinetti, fissa il presente in un eterno ricordo del passato.

La storia degli uomini, Antonio, per continuare a vivere ha un’unica regola: non si rinnega, ma non ritorna uguale.
In questo sta la differenza tra continuità e #continuismo.
Cioè tra l’eterna rivendicazione di un passato che si racconta come ci pare (#continuismo) e la capacità invece di raccogliere l’eredità positiva del passato, gettando alle ortiche la parte sbagliata, una nuova strada per guardare avanti (continuità).
Questo è, più o meno, quello che abbiamo provato a far noi, ad ogni scelta, ad ogni atto. Così come era stato fatto col lavoro del sindaco Di Vito, che lasciò in eredità alla vostra amministrazione progetti ed organizzazione su cui avete potuto campar qualche anno.
Ma non per questo potevamo sottacere quello che di sbagliato c’è stato.
E se di sbagliato c’erano i debiti e qualcos’altro, Antò, i debiti abbiamo raccontato.
Per il resto abbiamo saputo e voluto avere un approccio istituzionale, per così dire, sereno, senza “figli e figliastri”.
Parte della passata amministrazione, parte dei vostri amici, han costruito quella nostra. Insieme ad alcuni che le erano, invece, avversari.
Ecco, Antonio, io credo che dopo 10 anni (8 dell’Amministrazione Romano, 2 di commissariamento) questa sia stata una conquista per Nocera: non più lotte interne al Comune, non più liti tra i partiti. Agendo da buon padre di famiglia. Senza fare il passo più lungo della gamba. Ridando orgoglio. E se siamo riusciti a costruire qualcosa di decente in questa città, dopo una situazione nera, anzi nerissima, qualche merito ci va  riconosciuto.
Antò, tu hai fatto una lunga lista di cose vostre. Le liste, come sai, più sono lunghe più sono pericolose, perché rischiano di essere smentite (così, ad occhio, ne ho colte almeno un paio di fesserie che hai detto: il Centro di via Loria, ad esempio, fu avviato dall’Amministrazione Di Vito, non da voi! Quanto a Montevescovado, meglio lasciar perdere… O la Patto, abbandonata non da me, ma da 5, 6 comuni…). Ed ancor più perché ci manca qualcosa (quasi sempre quel che hanno fatto gli altri). Ma, peggio, perché devi spiegare come mai tante cose non sei riuscito a farle tu, mentre le ha fatte chi è venuto dopo di te.
Perché, vedi, questo è il punto. Non chi ha fatto cosa. Ma come e perché.
E poi Antò, dall’inizio di quella tua, vostra esperienza amministrativa sono passati 15 anni, due commissariamenti, 4 elezioni comunali e 4 anni di mia amministrazione! Antò davvero, è ora. Svégliati!

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