Infanzia e adolescenza nella nostra città. Un percorso diviso in tre tappe in cui ripercorrere abitudini e modi di vivere per portare alla luce differenze e similitudini della Nocera Inferiore di ieri e di oggi

di Edda Maiorino

La semplicità dei giochi e dei rapporti con i coetanei ha caratterizzato l’infanzia e l’adolescenza della Nocera degli anni ’60 e ’70. Come introdotto dall’articolo precedente (vedi http://www.risorgimentonocerino.it/cultura-spettacolo/3017-la-gioventu-nocerina-degli-anni-60-e-70-un-tuffo-nel-passato.html), lasciamo una generazione per ricordarne un’altra: quella degli anni ’90 e dei primi anni del 2000.

Anche in questo caso a parlarcene sono i bambini e i ragazzi di quegli anni, gli stessi che oggi sono in procinto di varcare la soglia degli “enta”. Un tuffo nel tempo ed eccoci nella Nocera degli anni ’90. Quelli ricordati anche per la storica visita a Nocera di papa Giovanni Paolo II (vedi foto nella pagina).
Alcuni bambini, come da tradizione, stanno giocando a nascondino, altri a “mosca cieca”, e altri ancora a “guardia e ladri”. Quest’ultimo consisteva nella divisione dei giocatori in due squadre, quella delle guardie e quella dei ladri, appunto. Al via, i ladri iniziavano a fuggire e le guardie a rincorrerli. Il gioco terminava con la vittoria dei primi, se erano stati scaltri nel non farsi catturare, o con quella dei secondi se avevano imprigionato la maggior parte dei ladri. D’estate, invece, si preferiva giocare con il “Super Liquidator”, prodotto e commercializzato proprio nei primi anni ’90, ovvero delle pistole ad acqua con un grande serbatoio esterno che sparava acqua, fino a 2 metri circa, grazie ad un sistema a pressione, oppure, se si era in tanti, si facevano delle vere e proprie guerre d’acqua con i gavettoni.
I giochi che, però, costituivano la “novità” erano principalmente quelli elettronici, apparsi nel nostro paese proprio in questi anni, come la Nintendo, la Playstation, il Game boy e il Tamagotchi, un giochino elettronico portatile consistente nel far vivere il più lungo possibile un animaletto virtuale grazie alle premure del padroncino umano. Nonostante l’arrivo di questi nuovi “passatempo” elettronici, si preferiva ancora giocare all’aria aperta con le mountain bike o con i monopattini, introdotti all’inizio del 2000. A favorire tutto ciò fu anche l’apertura del parco giochi comunale in via Rea, luogo nel quale i bambini potevano finalmente ritrovarsi per giocare insieme. I ragazzini, invece, proprio come facevano i loro genitori, stanno passeggiando lungo le strade del centro cittadino. Anche questa generazione, come quella precedente, usciva principalmente la domenica mattina e il fine settimana, anche se l’orario di rientro serale era stato leggermente posticipato. Quando si usciva per la passeggiata mattutina domenicale, tappa fissa dei ragazzi erano le rosticcerie, “Mike” e “Jolly” erano le due più affollate, e la libreria “Gulliver”, o per acquistare Piccoli brividi, molto venduti in quegli anni, o semplicemente per sfogliare le copertine dei libri sugli scaffali, mentre le ragazzine andavano dal giornalaio per acquistare il Cioè. Sempre durante tali passeggiate i ragazzini si fermavano in gruppo davanti alle cabine telefoniche, le più “gettonate” erano quelle in piazza Municipio, e, muniti di scheda telefonica da 5000 lire, erano soliti fare degli scherzi telefonici, rigorosamente in forma anonima, all’amore non corrisposto.
Spesso il sabato sera si andava in pizzeria con gli amici, o nei primi locali sorti sul territorio nocerino, come il “Tribù” o i disco pub “Sol levante” e “Maragià”, quest’ultimo inesistente già da circa dieci anni. Altri luoghi di ritrovo, specialmente per i ragazzini che la mattina facevano “filone” a scuola, erano la sala giochi “Bowling” situata accanto al liceo classico “Giambattista Vico”, i muretti costeggianti il Liceo “Galizia”, il bar Manhattan e il bar Nasti. Poche, dunque, sembrano essere le differenze con la generazione precedente, se non fosse per alcuni cambiamenti che il tempo stesso ha subìto negli anni. Ora non ci resta che mostrare l’infanzia e l’adolescenza dei giorni nostri. Ma cosa ci riserverà la generazione attuale?

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