Un interessante sondaggio sull’uso del congiuntivo: si sta estinguendo davvero? Sulla rete impazzano le vignette che prendono in giro chi soffre di “congiuntivite”

di Anna Vittoria Fattore

– Se sarei sindaco aggiusterei i buchi sulle strade.
– Fossi.
– Sì! Pure i fossi.
Questa è solo una delle battute in circolazione nei riguardi della presunta “estinzione” del congiuntivo. Ormai si preferisce dire le cose in fretta prima di pensarci bene, e gli errori sono frequenti. Quante volte abbiamo ascoltato un “se io avrei” invece di un “se io avessi” ? E questo è solo uno dei tanti esempi che, purtroppo, incontriamo ogni giorno.

«Io sono assolutamente a favore dell’uso del congiuntivo e mi rattrista sapere che quello di molti, resti a casa, per così dire. Forse, invece di inserire l’aggettivo “petaloso” nel nostro lessico, dovremmo imparare le basi».
Queste sono le considerazioni dell’alunna del Liceo Classico Giambattista Vico, Carlotta Ricciardi.
Ma quanto l’esser d’accordo sull’uso del congiuntivo, influisce sulla realtà dei fatti?
«Sono sincero: a volte lo uso ed altre no. Mi capita di trovare degli errori a riguardo nei miei scritti e a volte, quando mi ascolto, non mi sento il miglior letterato del mondo. Dovrei leggere di più, dovremmo farlo tutti!»
È stato sincero Pasquale Granato, alunno dell’Istituto Odontotecnico di Pagani. Ma effettivamente, quanto è importante l’uso di tale modo verbale nel quotidiano?
«Il congiuntivo è importante, forse molti ne fanno a meno perché non è semplice da usare. Le persone dovrebbero pensare di più prima di parlare, contare fino a tre non ha mai fatto male a nessuno».
Non male il consiglio di Fabio Parlato Porch, alunno del Liceo Scientifico Nicola Sensale.
Quante volte le nostre madri, anche a tavola nel bel mezzo dei cartoni animati, ci hanno guardato dicendo che il se, vuole sempre il congiuntivo? Poi il tempo è passato ed abbiamo dimenticato le “avvertenze”, per così dire.
«A parer mio il congiuntivo va usato quanto basta. Se dovessi parlare con mio padre, non credo che starei poi così attento ai tempi verbali. A scuola invece, non ci penserei due volte a risultare impeccabile».
Osservazione interessante quella di Gerardo Iannone, alunno dell’Istituto Alberghiero in via Napoli, di Nocera Inferiore.
I ragazzi quindi, risultano ben disposti ad usufruire di questo temuto e tanto odiato tempo verbale, non dimenticando che a volte anche gli adulti sbagliano. Che fare quindi? Sicuramente seguire anche i consigli degli studenti, come quello di leggere di più e di pensare prima di pronunciarci. In fondo le lingue son belle perché son varie, perché esser limitati ed usufruire solo del modo indicativo, quando si ha la possibilità di spaziare?

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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